È iniziato questa mattina a Manhattan con la selezione della giuria il processo a Daniel Penny, un ex marine bianco di 25 anni incriminato per aver ucciso nella metropolitana di New York Jordan Neeley, un senzatetto afroamericano, psicolabile di 30 anni, che nel maggio del 2023 nel convoglio della subway urlava contro i passeggeri chiedendo soldi. Penny lo bloccò, immobilizzandolo per diversi minuti con una “cravatta”, una mortale mossa di lotta in cui si stringe tra le proprie braccia il collo dell’avversario. Lasciò la presa solo dopo che arrivò la polizia, ma Jordan Neeley era in fin di vita e morì poche ore dopo in ospedale.
Nella fase preprocessuale Daniel Penny si è dichiarato non colpevole delle accuse di omicidio colposo.
Una tragica vicenda che immediatamente ha assunto un connotato politico con i conservatori che hanno elogiato Penny definendolo un eroe e i critici, tra cui attivisti per i diritti civili, che hanno affermato che ha agito come un implacabile giustiziere.
Questa mattina fuori dal tribunale una quarantina di persone protestavano per la morte di Neely. Penny è entrato in tribunale senza rispondere alle domande dei giornalisti che lo attendevano all’ingresso del palazzo di giustizia. Elegante, con un abito blu, con accanto i suoi avvocati l’imputato è entrato speditamente in aula. Il giudice Maxwell Wiley ha detto che la selezione della giuria sarebbe stata fatta con residenti di Manhattan in grado di partecipare a un processo che potrebbe durare sei settimane.
Penny, che ha detto di aver agito per legittima difesa, rischia fino a 15 anni di prigione se dovesse essere riconosciuto colpevole dell’omicidio colposo.
La pubblica accusa sostiene che l’ex marine ha stretto il collo di Neely “per oltre sei minuti e la presa è continuata ben oltre il punto in cui aveva smesso di muoversi intenzionalmente”.
Molti passeggeri hanno filmato l’incidente, con un giornalista freelance che ha registrato Penny che bloccava Neely a terra con l’avambraccio intorno al collo della vittima.
I testimoni hanno detto che Neely prima di essere bloccato, urlava frasi sconnesse, diceva di avere fame e che voleva tornare in prigione o morire. Non aveva aggredito fisicamente nessuno, ma urlava e minacciava i passeggeri, in una delle scene di ordinaria follia che la metro di New York riserva ai suoi passeggeri.
Neely era un imitatore di Michael Jackson, che cercava di sopravvivere esibendosi a Times Square. Aveva decine di precedenti arresti per furto, era stato denunciato per aver aggredito tre donne, ed aveva una lunghissima serie di violazioni per aver saltato i cancelletti d’ingresso della metropolitana per non pagare il biglietto. I familiari sostengono che aveva problemi di salute mentale da quando era un teenager, aggravati dopo che il convivente della madre strangolò la donna. Era stato ricoverato e dimesso da alcuni ospedali psichiatrici nel tragico carosello in cui finiscono a New York i malati di mente non autosufficienti. Una volta in ospedale prendono regolarmente i farmaci e la sanità pubblica li “cura” solo fino a quando vengono stabilizzati, e subito dopo vengono dimessi e abbandonati al loro destino. Senza nessuna assistenza, una volta fuori dalle strutture sanitarie le medicine non vengono più prese e inevitabilmente si ricomincia con gli atti della follia.
Penny, originario di Long Island ha sempre detto che non aveva intenzione di uccidere Neely. “Non lo conoscevo – ha detto agli agenti – non sapevo chi fosse. Mi sono sentito minacciato. Ero spaventato, mi sono guardato intorno e c’erano donne e bambini, e lui urlava come un ossesso e minacciava. Non riuscivo proprio a stare fermo”. I suoi avvocati sostengono che è una vittima “perseguitata” dalla giustizia per aver protetto sé stesso e gli altri passeggeri da un folle delirante che urlava “Qualcuno morirà oggi!”
Neely tuttavia era disarmato aveva solo dei biscotti in tasca e secondo alcuni testimoni era evidente che era fuori di testa, ma non c’era la sensazione che volesse fare del male a qualcuno.
Nei prossimi giorni dovranno testimoniare i detective che hanno interrogato Penny la notte della morte di Neely e i passeggeri che erano in metropolitana quando è avvenuta la tragedia. Non è ancora chiaro se Penny, che è a piede libero dopo aver versato una cauzione di 100 mila dollari, testimonierà in sua difesa.
L’avvocato di Penny, Thomas Kenniff, era candidato repubblicano che alle elezioni del 2021 aveva sfidato contro il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg.
In questi ultimi anni c’è stata una crescente consapevolezza del pericolo delle prese per il collo dopo che nel 2014 venne ucciso di Eric Garner, un uomo disarmato di Staten Island che davanti a una “bodega” vendeva sigarette sciolte. Tre agenti nel tentativo di arrestarlo lo bloccarono prendendolo per il collo e l’uomo morì. In seguito è stato vietato agli agenti di immobilizzare le persone che si vogliono arrestare prendendole per il collo. Poi, dopo la morte di George Floyd a Minneapolis nel 2020, è stato anche proibito agli agenti di porre il ginocchio sulla gola delle persone fermate per essere arrestate.