Una violenta ondata di raid aerei israeliani ha colpito domenica sera Beirut, prendendo di mira alcune banche presumibilmente legate ad Hezbollah. L’attacco ha provocato l’immediata evacuazione di centinaia di abitanti a seguito di un ordine di emergenza. Le zone interessate dalle evacuazioni comprendono non solo il sud di Beirut, ma anche la valle della Bekaa e parte del Libano meridionale. Intanto, sui social sono apparse immagini di alte colonne di fumo e fiamme, alcune riprese nelle vicinanze dell’aeroporto internazionale della capitale.
Secondo fonti locali, che hanno preferito restare anonime, un edificio nel quartiere di Chiyah, nella periferia meridionale di Beirut, è stato completamente distrutto ma senza vittime, poiché gli abitanti avevano già abbandonato la zona prima dell’esplosione.
Il portavoce dell’esercito israeliano aveva precedentemente annunciato su X che Israele stava per colpire le infrastrutture dell’associazione Al-Qard Al-Hassan, invitando i civili a lasciare immediatamente le aree a rischio. Al-Qard Al-Hassan, che opera in oltre 30 sedi sul territorio libanese, comprese 15 nelle affollate aree centrali di Beirut, è stata inserita nelle liste di sanzioni da Stati Uniti e Arabia Saudita e si ritiene che gestisca le finanze di Hezbollah. Un alto funzionario dell’intelligence israeliana ha spiegato che l’obiettivo degli attacchi era limitare la capacità economica di Hezbollah sia durante il conflitto attuale che nelle fasi successive, impedendone la ricostruzione e il riarmo.
Negli ultimi giorni, Israele ha intensificato le operazioni sia a Gaza che in Libano, in un momento delicato seguito all’uccisione del leader di Hamas, Yahya Sinwar. L’evento aveva alimentato le speranze di un’apertura verso colloqui di pace, ma la situazione è al contrario rapidamente peggiorata.
Con l’avvicinarsi delle elezioni negli Stati Uniti, molti osservatori credono che Israele stia tentando, attraverso queste operazioni, di blindare i propri confini, prevenendo ogni tentativo di riorganizzazione da parte dei suoi nemici. Lo Stato ebraico sta inoltre preparando una risposta a un attacco missilistico iraniano avvenuto all’inizio del mese, nonostante Washington abbia chiesto di evitare bersagli strategici come centrali energetiche o impianti nucleari nella Repubblica Islamica.
Sempre domenica, l’esercito israeliano ha colpito la sede dell’intelligence di Hezbollah a Beirut e un laboratorio sotterraneo per la produzione di armi. Tre comandanti della milizia sciita sono stati uccisi durante gli attacchi aerei, secondo le autorità militari israeliane Hezbollah non ha rilasciato dichiarazioni sull’accaduto, se non per confermare il lancio di missili contro le forze israeliane in Libano e una base nel nord di Israele.
Nel nord di Gaza, un colonnello israeliano di 41 anni è morto e un altro ufficiale è rimasto ferito in combattimento. I media israeliani hanno riferito che una bomba artigianale sarebbe esplosa sotto un carro armato durante l’operazione.
Intanto, i soccorritori sono ancora all’opera per recuperare le vittime dalle macerie nella città di Beit Lahiya, colpita da un attacco israeliano che ha causato 87 tra morti e dispersi, uno degli episodi più letali degli ultimi mesi, secondo il ministero della salute palestinese. L’assalto fa parte di una più ampia offensiva israeliana che, da due settimane, si sta concentrando sulla zona di Jabalia, a sud di Beit Lahiya, dove Tel Aviv punta a sradicare le ultime sacche di resistenza di Hamas.
Israele ha confermato di aver colpito un obiettivo di Hamas a Beit Lahiya, mettendo in dubbio il bilancio delle vittime diffuso dal movimento palestinese.
Lo scorso 7 ottobre, un attacco coordinato dai militanti di Hamas aveva provocato la morte di 1.200 persone in Israele e la cattura di 250 ostaggi. Da allora, la risposta israeliana ha causato oltre 42.500 vittime a Gaza, rendendo la stragrande maggioranza della popolazione di 2,3 milioni di abitanti sfollata, secondo i dati ufficiali palestinesi. In Libano, le stime parlano di oltre 2.400 morti e più di 1,2 milioni di sfollati nell’ultimo anno. Nel frattempo, in Israele e sulle alture del Golan occupate, si contano 59 morti nello stesso periodo.