A due settimane dalle elezioni la corsa per le presidenziali diventa sempre più frenetica. Kamala Harris con al fianco Liz Cheney è volata in Pennsylvania, Michigan e Wisconsin con l’obiettivo di convincere gli elettori repubblicani che alle primarie hanno votato per l’ex governatrice della South Carolina Nikki Haley. Un affondo fatto nel momento in cui la campagna di Trump ha chiesto a Haley di scendere in campo, per sostenere la sua candidatura. “Penso – ha commentato alla CNN l’ex rappresentante Repubblicano dell’Illinois Adam Kinzinger – che sarà un’elezione all’ultimo voto. C’è un apparente mancanza di contatto tra la macchina politica di Trump e l’elettorato repubblicano. In queste elezioni non si tratta più di prendere voti dalla propria base perchè c’è un grandissimo numero di repubblicani che non vuole che Trump torni alla Casa Bianca. Elettori che probabilmente voteranno i candidati repubblicani alla Camera e al Senato, ma non per Trump alla Casa Bianca. Le drammatiche immagini del 6 gennaio hanno scosso tutta l’America, non solo quella dei democratici. Ed è impensabile come repubblicani seri possano pensare di dare rimandare Trump nell’Ufficio Ovale”.
L’ex presidente corre in North Carolina dove hanno già votato più di un milione di elettori. Finora in tutti gli Stati Uniti sono circa 13 milioni di persone quelle che hanno votato anticipatamente. E anche lui cerca di prendere voti correndo tra la popolazione alluvionata dall’uragano Helene, fomentando le inefficienze degli aiuti e del governo federale, accusando Biden, Harris e i democratici. Oggi se l’è presa anche con l’ex presidente Jimmy Carter, che nei giorni scorsi ha compiuto 100 anni, il quale ha affermato che Trump è stato uno dei peggiori presidenti della storia americana.
La pioggia di dollari che Elon Musk sta versando nella campagna elettorale di Donald Trump allarma i democratici e molti esperti legali.
Il miliardario amico dell’ex presidente regala 47 dollari (47 è il numero scelto da Trump perché se rieletto diventerebbe il 47mo presidente degli Stati Uniti, 47 è anche un profumo che Trump ha messo in vendita che si aggiunge alle scarpe da ginnastica, orologi e bibbie) a chi firma una petizione in difesa della libertà di parola e della libertà di acquistare armi, che poi Musk ha deciso di portare a 100 dollari. E, come premio finale, come nella lotteria di capodanno, il miliardario ha messo in palio 2 milioni di dollari da dare a due partecipanti ai comizi di Trump che hanno firmato la petizione i cui nomi vengono sorteggiati alla fine del discorso di Trump. Scene che si ripetono in tutti e sette gli stati “indecisi”.

Una pioggia di dollari che secondo alcuni esperti di legge elettorale però potrebbe non essere completamente legale dal momento che in pratica “paga” per incentivare a votare. Il governatore della Pennsylvania, il democratico Josh Shapiro, ha sollevato “seri dubbi” sulla legalità delle iniziative di Musk, esortando le autorità a “indagare”. Secondo il New York Times, c’è il rischio di un “potenziale enorme conflitto di interessi” in questa iniziativa di Musk nel caso che Trump lo nomini alla guida della nuova “commissione per l’efficienza governativa”, che trasformerebbe il miliardario da controllato a controllore e regolatore. Musk è infatti uno dei maggiori contractor del governo federale e ha rapporti commerciali con una ventina di agenzie federali, dalla NASA al Pentagono.
Quattro esperti legali sono divisi sul fatto che l’iniziativa di Musk sia in violazione delle leggi federali. Brad Smith, professore alla Capital University Law School ed ex presidente della Federal Election Commission, ha affermato che Musk è probabilmente al sicuro perché firmare la petizione non è obbligatoriamente legato alla registrazione per votare.
I termini della petizione stabiliscono che i firmatari devono essere elettori registrati in Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania o Wisconsin, tutti stati che probabilmente decideranno le elezioni.
“Sebbene la promozione di Musk non induca direttamente le persone a registrarsi, la sua tempistica e la sua attenzione agli stati chiave indicano che la componente della petizione è semplicemente un pretesto” afferma a Newsweek Richard Hasen, professore di legge presso l’Università della California, Los Angeles, il quale sostiene che la lotteria è illegale.
Una visione condivisa da Adav Noti dell’indipendente gruppo Campaign Legal Center che afferma che è illegale distribuire denaro a condizione che le persone siano registrate per votare.
Daniel L. Weiner del Brennan Center ha affermato che l’iniziativa è legalmente “sospetta” ma rientra in una zona grigia. La questione si riduce al fatto che firmare la petizione sia solo un pretesto per convincere le persone a registrarsi per votare, ha detto.
Ma Smith della Capital University ha detto che Musk ha altre ragioni plausibili per volere che le persone firmino la petizione, tra cui raccogliere i nomi di probabili elettori che sostengono le sue cause.
Nonostante questa pioggia di dollari i due candidati alla Casa Bianca restano testa a testa nei sondaggi con Kamala che incassa più donazioni elettorali e spende molto di più di Trump nella pubblicità elettorale.
I sondaggi sono indecifrabili, poi con il sistema dei Collegi Elettorali che assegnano la Casa Bianca anziché con la maggioranza del voto popolare diventa ancora più difficile fare previsioni.
In sostegno della candidata democratica è ascesa anche un’altra repubblicana, Susan Ford Bales, figlia del defunto presidente repubblicano Gerald Ford, che ha annunciato che voterà per la Harris. In una dichiarazione Ford Bales sottolinea che quando suo padre prestò giuramento sulla scia delle dimissioni dell’ex presidente Richard Nixon, “la nazione aveva bisogno di un leader serio, compassionevole e onorevole che avesse il coraggio di fare ciò che era giusto e di difendere sempre la nostra Costituzione”. “Oggi ci troviamo di fronte a una dinamica simile. L’America non può regredire a un paradigma divisivo di disgusto reciproco e disprezzo per la nostra Costituzione. Il 6 gennaio abbiamo assistito agli orrori di ciò che comporta, e non possiamo permettere che questa tragedia si ripeta. Io e la vicepresidente Harris probabilmente non siamo d’accordo su alcune questioni politiche, ma la sua integrità e il suo impegno verso quegli stessi principi che hanno guidato mio padre mi hanno portato a concludere che Kamala Harris dovrebbe essere eletta 47° Presidente degli Stati Uniti”.