E’ stato ritrovato da un amico il corpo senza vita di Dustin Kjersem, 35 anni, assassinato in una tenda nei pressi di Moose Creek Road, in un’area di campeggio piuttosto remota del Montana, secondo quanto dichiarato dallo sceriffo della contea di Gallatin Dan Springer.
Il giovane uomo era stato visto l’ultima volta dai suoi cari lo scoro 10 ottobre, prima di partire per il campeggio. Secondo gli inquirenti, avrebbe dovuto incontrare il suo amico nel weekend. Quando Kjersem non si è presentato all’appuntamento, però, è stato quest’ultimo a mettersi sulle sue tracce. Stando a quanto riferito dallo sceriffo, l’amico avrebbe riferito agli operatori del 911 che il 35enne era stato brutalmente ucciso da un orso. Inizialmente, sembrava essere questa l’ipotesi più plausibile, vista anche la profondità di alcune ferite.
Ora, invece, sembrerebbe che gli agenti del posto si stiano muovendo su altri fronti. La posizione remota dell’omicidio rende difficile l’indagine a causa della limitazione dei servizi di telefonia cellulare, che di solito possono essere molto utili agli investigatori.
“Se siete nei boschi, dovete prestare attenzione e rimanere vigili. Per favore, chiamateci”, ha detto lo sceriffo Springer. “Se vi trovavate nell’area di Moose Creek, o in qualsiasi altro punto del Gallatin Canyon, tra giovedì pomeriggio e sabato mattina presto e avete notato qualcosa di insolito vi preghiamo di farvi avanti”, ha aggiunto lo sceriffo nel corso di una conferenza stampa, “Anche il più piccolo dettaglio potrebbe essere cruciale per le indagini”.
“Si tratta di un omicidio e stiamo lavorando a tutte le ore del giorno e della notte per trovare l’assassino”, ha concluso Springer, “la vittima è stata uccisa in maniera brutale. Ora abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. La gente mi ha chiesto se c’è una minaccia per la comunità e la risposta è che non lo sappiamo. Non abbiamo abbastanza informazioni”.
Dopo la chiamata al 911, gli investigatori di diverse agenzie, tra cui un esperto di orsi del Dipartimento per la pesca, la fauna selvatica e i parchi del Montana, hanno esaminato il sito ma non hanno trovato alcun segno di attività da parte di questi animali.
Springer ha affermato che gli investigatori non sanno quale arma sia stata utilizzata per l’omicidio, “ma sappiamo che era qualcosa di abbastanza duro da causare danni significativi al cranio e ad alcune parti del corpo”.
“Per favore, aiutateci a scoprire chi ha fatto questo”, ha detto invece la sorella della vittima ai giornalisti, “C’è qualcuno nella nostra valle che è capace di cose veramente atroci”.