È stato un Donald Trump senza freni e/o peli sulla lingua quello che giovedì sera ha intrattenuto i commensali alla cena di beneficenza Al Smith, evento newyorkese che raccoglie fondi per associazioni cattoliche che aiutano donne e bambini. Come da copione, l’ex presidente non si è limitato a gustare il pasto, ma ha approfittato dello spazio concessogli per bersagliare alcuni dei suoi principali avversari politici, dalla vicepresidente democratica Kamala Harris al sindaco di New York, Eric Adams.
Il magnate 78enne ha aperto le danze con una bordata indirizzata proprio a Kamala Harris, la prima candidata dal 1984 a non presenziare fisicamente alla serata, preferendo inviare un video-messaggio. Trump ha insinuato che la Harris avrebbe partecipato se i fondi raccolti fossero serviti a “pagare la cauzione dei saccheggiatori di Minneapolis”. E ha scherzato sul fatto che la vicepresidente, invece di essere lì, stesse “ricevendo la comunione da Gretchen Whitmer”, governatrice dem del Michigan finita sulla graticola per un bizzarro video in cui imbocca una patatatina Dorito a un influencer.
Tra il serio e il faceto, Trump ci ha tenuto a sottolineare che, secondo lui, saltare la cena sarebbe un cattivo presagio oltreché “irrispettoso nei confronti dei cattolici”. E ha tracciato un parallelo tra la sua avversaria e Walter Mondale, che negli anni ’80 disertò lo stesso evento e finì per perdere rovinosamente le elezioni contro l’altro Donald – Reagan – conquistando soltanto il proprio stato natale (Minnesota). “Prova che Dio esiste”, la chiosa mentre il pubblico sembrava apprezzare con ilarità.
Tra una battuta e un’altra, Trump ha poi preso di mira anche Eric Adams, sindaco dem di New York attualmente indagato per corruzione internazionale. “Buona fortuna”, il commento lapidario del tycoon, che poi si è detto certo che il primo cittadino afroamericano riuscirà a dimostrare le sue ragioni in tribunale (entrambi sembrano peraltro credere che l’inchiesta sia una sorta di vendetta della Casa Bianca per le critiche di Adams alla gestione dell’immigrazione).
Ma ce n’è per tutti: da Doug Emhoff, marito della Harris che ha ammesso di aver tradito la sua ex moglie (“Non lasciatelo vicino alle tate”) al senatore democratico Chuck Schumer (“Con la piega woke che preso il tuo partito, se Kamala perde tu potresti comunque ambire ad essere la prima donna presidente”). A giudicare dal pubblico, un discorso che sembra aver fatto centro.
Decisamente meglio di come è andata con Kamala Harris, la cui comicità non sembra essere stata capita da tutti. Il suo video, che ha visto la partecipazione della comica Molly Shannon nel film “Superstar”, aveva cercato di strappare qualche risata riferendosi a Gesù come “fact-checker”. Ma la reazione è stata timida. E in molti hanno espresso il loro disappunto al momento dell’annuncio che la vicepresidente non sarebbe stata lì di persona.
Il comico Jim Gaffigan ha cercato di sollevare l’umore della serata con una serie di battute sulla famiglia Biden, suggerendo che i membri della famiglia del presidente siano, in segreto, sostenitori di Trump. E mentre il pubblico rideva, Gaffigan ha stroncato pure il video di Harris, paragonandolo a una “recita scolastica via FaceTime”.