Yahya Sinwar, leader di Hamas e mente degli attacchi del 7 ottobre 2023, è morto nel corso di un raid avvenuto poche ore fa nella Striscia di Gaza. L’ufficialità è arrivata mediante il test del DNA su uno dei tre cadaveri recuperati dopo l’azione militare israeliana avvenuta a Rafah, nel sud di Gaza.
Dagli Stati Uniti la candidata democratica alla Casa Bianca nonché vicepresidente Kamala Harris ha reagito con un breve discorso. “La morte di Sinwar è una chance per mettere, finalmente, fine alla guerra a Gaza” ha detto. “Con la morte di Sinwar giustizia è stata fatta. Era un brutale terrorista, aveva anche sangue americano sulle mani”.
Soddisfazione anche da parte del presidente Joe Biden: la morte di Sinwar rappresenta un “bel giorno” per Israele, gli Stati Uniti e il mondo. “C’è ora l’opportunità per un ‘day after’ a Gaza senza Hamas al potere, e per una soluzione politica che offra un futuro migliore a israeliani e palestinesi. Yahya Sinwar era un ostacolo insormontabile al raggiungimento di questi obiettivi. Questo ostacolo ora non esiste più”.
“Oggi come promesso abbiamo fatto i conti con Yahya Sinwar” ha detto in un video messaggio il premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Oggi, il Male ha subito un grave colpo, ma il compito davanti a noi non è completo. Alle care famiglie degli ostaggi dico: questo è un momento importante nella guerra. Continueremo con tutte le forze fino al ritorno di tutti i vostri cari, che sono anche i nostri cari”.
Non tutti sono d’accordo con lui. “Questo è un momento critico per quanto riguarda gli ostaggi. Le loro vite sono più in pericolo che mai” dice in un videomessaggio Orna Neutra, madre dell’ostaggio israeloamericano Omer Neutra, in un videomessaggio dopo la notizia. “Chiediamo al governo israeliano e all’amministrazione Usa di agire in fretta e fare quello che serve per ottenere un’intesa con i rapitori”.
Le autorità israeliane avevano specificato che non c’erano avvisaglie della presenza di ostaggi israeliani nell’edificio colpito, uno degli obiettivi strategici dell’operazione. “Le forze che operano nell’area continuano a operare con la necessaria cautela”, hanno aggiunto, precisando che a breve seguiranno ulteriori dettagli.
Hamas, dal canto suo, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla morte del proprio capo. L’uccisione di Sinwar rappresenta l’ennesima vittima celebre da parte di Israele, che nelle ultime settimane ha intensificato la campagna militare contro Hamas e altri gruppi armati legati a Teheran. Ma la maggioranza degli esperti concorda nel ritenere che senza Sinwar la guerra proseguirà. E forse, nel breve periodo, aumenterà persino d’intensità con azioni di rappresaglia mediante guerriglia.
La Casa Bianca si auspica che l’uccisione rappresenti un possibile punto di svolta nelle negoziazioni per un cessate il fuoco. Da Washington fanno notare come Sinwar in passato fosse si sia opposto ad accordi di tregua nella Striscia. Ma ad opporsi era stato anche Netanyahu, su cui ora sono puntati i riflettori internazionali per capire se, punito con la morte lo stratega dell’onta del 7 ottobre, coglierà l’occasione per una repentina de-escalation. Oppure, come ha fatto finora, sceglierà la strada dell’autoconservazione politica, abbracciando sempre più la destra ortodossa che lo sostiene al governo.
Sinwar, che ha guidato Hamas nella Striscia di Gaza per diversi anni, era stato nominato leader generale della milizia islamista dopo l’uccisione di Ismail Haniyeh a Teheran dello scorso agosto. Sinwar era riuscito finora a sfuggire alla cattura, nascondendosi nel complesso sistema di tunnel costruito da Hamas sotto Gaza nell’arco degli ultimi vent’anni.
Nelle scorse settimane Israele ha già eliminato Hasan Nasrallah, leader degli Hezbollah, durante un’operazione a Beirut che ha decimato anche gran parte della leadership militare della milizia sciita libanese filo-iraniana.
Nato nel 1962 nel campo profughi di Khan Younis, a Gaza, da una famiglia costretta a fuggire di casa dopo la guerra del 1948 che sancì la nascita dello Stato di Israele, Sinwar fu uno dei primi membri di Hamas, nata come costola palestinese del movimento egiziano dei Fratelli Musulmani nel 1987. Arrestato da Israele alla fine degli anni ’80, fu condannato a quattro ergastoli per reati che comprendevano il rapimento e l’uccisione di due soldati israeliani. Dopo aver sconfitto un cancro al cervello nel 2008 grazie alle terapie in un ospedale di Tel Aviv, venne rilasciato nel 2011 insieme a circa 1.000 altri prigionieri dall’allora premier Benjamin Netanyahu in cambio di Gilad Schalit, un soldato israeliano catturato da Hamas in un raid transfrontaliero.
Sinwar fu promosso a capo politico della milizia nel 2017 ed è ritenuto dai più la mente operativa degli attacchi del 7 ottobre 2023, quando centinaia miliziani guidati da Hamas hanno attaccato all’alba Israele, uccidendo circa 1.200 persone e prendendo in ostaggio più di 250 individui, poi trasferiti a Gaza.