Con l’avvicinarsi delle elezioni, l’ex presidente Barack Obama è tornato sotto i riflettori, pronto a immergersi in uno dei periodi più intensi della campagna elettorale.
Visibilmente preoccupato per la persistente influenza di Donald Trump sulla scena politica americana, ha deciso di dedicarsi attivamente al sostegno del Partito Democratico, in quella che potrebbe essere una battaglia decisiva per il futuro del suo schieramento.
Il ritorno di Obama non si limita a qualche sporadico discorso o intervento. L’ex presidente risulta essere in prima linea attraverso una serie di raduni elettorali e interviste mirate sui social media.
La scorsa settimana, per sostenere la vicepresidente Kamala Harris ha registrato 21 video e ha già in programma numerosi annunci a favore di altri candidati al Senato. Il politico ha anche intensificato gli incontri privati con figure di spicco della formazione, per la discussione di nuove strategie.
La missione dell’ex presidente è anche quella di proteggere e consolidare gran parte delle conquiste realizzate durante i suoi mandati, minacciati dalla politica divisiva del tycoon.
Obama aveva cercato di guidare il Partito Democratico verso una nuova fase, con la speranza che le successive generazioni di leader ne acquisissero l’eredità, tuttavia l’incombente minaccia di una vittoria repubblicana lo ha spinto a tornare in azione.
Una delle sfide più difficili è quella di mobilitare i giovani al voto, soprattutto quelli delle comunità nere. La loro scelta, potrebbe essere decisiva per le sorti della Nazione.
In un recente comizio a Pittsburgh, in Pennsylvania, Obama si è rivolto proprio ai giovani elettori neri e ha cercato di motivarli. Ha sottolineato l’importanza di non lasciarsi ingannare dalla retorica di Trump o di rinunciare al proprio potere di cambiamento solo perché l’altra è una candidata donna.
La campagna intrapresa dall’ex presidente democratico non vuole essere solo di propaganda, ma anche un tentativo estremo di proteggere il lavoro realizzato. Molti dei suoi sostenitori temono che una nuova vittoria di Trump possa far sembrare le sue elezioni come un’eccezione, un’anomalia nella storia della politica americana, piuttosto che una tappa significativa nel progresso del Paese.
In questi otto anni lontano dalla Casa Bianca, Obama è rimasto coinvolto nel dibattito politico senza sovrastare dedicandosi a progetti personali, come il podcast con Bruce Springsteen e la produzione di documentari per Netflix, ha anche dato la possibilità a volti nuovi di emergere senza essere oscurati dalla sua ombra.
Negli ultimi mesi, ha tenuto una serie di incontri riservati con figure chiave del Partito Democratico, tra cui il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer e senatori in corsa per la rielezione. La sua influenza si è estesa inoltre anche a altre figure emergenti come Alexandria Ocasio-Cortez, Marie Gluesenkamp Perez e Mary Peltola.
Le sue sessioni strategiche mirano a far rimanere autentici i candidati, a rappresentare gli interessi del popolo piuttosto che cedere alla pressione dei consulenti politici. Obama è tuttora in grado di catturare l’attenzione delle masse con i suoi discorsi incisivi e carismatici.