Cristoforo Colombo non era genovese bensì un ebreo spagnolo. A sostenerlo è un nuovo sconvolgente studio svelato durante un programma speciale della rete spagnola RTVE in occasione della festa nazionale di Madrid, per far luce sul navigatore che – più di tutti – contribuì alla creazione dell’impero spagnolo.
“Abbiamo ottenuto un DNA sufficiente dai resti di Colombo e da quelli di suo figlio Fernando Colón. Le analisi hanno rivelato tracce nel cromosoma Y e nel DNA mitocondriale di Fernando che rimandano a origini ebraiche”, ha dichiarato José Antonio Lorente, esperto forense dell’Università di Granada, che ha guidato la ricerca.
Anche se l’autore dello studio non è riuscito a identificare con certezza il luogo di nascita di Colombo, Lorente ha sottolineato che la sua provenienza sembra ricondursi alla regione mediterranea spagnola. “Le evidenze genetiche suggeriscono che Colombo fosse originario dell’area del Mediterraneo occidentale”, ha aggiunto. “Se non c’erano ebrei a Genova nel XV secolo, la probabilità che fosse di là è molto bassa. Anche il resto della penisola italiana non presentava una forte presenza ebraica, rendendo la questione incerta”.
Secondo le analisi condotte, il campo d’indagine comprenderebbe solo l’area mediterranea spagnola, le isole Baleari e la Sicilia. Tuttavia, appare largamente improbabile che Colombo fosse siciliano, dato che ciò avrebbe dovuto riflettersi in alcuni tratti linguistici italiani nel suo nome.
“La sua origine più probabile è quindi da cercarsi nel Mediterraneo spagnolo o nelle Baleari, che all’epoca appartenevano alla corona d’Aragona”, ha precisato Lorente.
Le scoperte potrebbero segnare la fine di oltre cinquecento anni di speculazioni sul luogo di nascita e sulla nazionalità di Colombo, ma sono state accolte con una certa cautela dalla comunità scientifica. Antonio Alonso, genetista ed ex direttore dell’Istituto Nazionale di Tossicologia e Scienze Forensi di Spagna, ha espresso perplessità sulla mancanza di dati analitici nel documentario che ha diffuso i risultati. “Sfortunatamente, non abbiamo visto il DNA di Colombo. Come scienziati, non possiamo valutare l’analisi presentata”, ha affermato.
Rodrigo Barquera, esperto di archeogenetica presso il Max Planck Institute, ha evidenziato l’importanza della revisione scientifica prima della divulgazione dei risultati. “Normalmente, un articolo viene sottoposto a una rivista scientifica, dove viene esaminato da revisori indipendenti prima della pubblicazione. La diffusione di tali scoperte senza un dialogo scientifico non è il metodo corretto”, ha commentato.
Se venisse confermato che Colombo era un ebreo sefardita, si tratterebbe di un elemento sorprendente, considerando che la Spagna espulse gli ebrei nel 1492, proprio mentre l’esploratore contribuiva all’ascesa dell’impero spagnolo. Nel 2015, il governo spagnolo cercò di riparare a quell’errore storico offrendo la cittadinanza a discendenti degli ebrei espulsi: circa 132.000 persone di origine sefardita fecero richiesta di cittadinanza, molte delle quali provenienti da paesi dell’America Latina.