Sede oggi della Presidenza della Repubblica, il bellissimo palazzo del Quirinale a Roma prima dell’unità d’Italia fu residenza storica di trenta Papi; insomma ha ospitato nella sua lunga vita cinque secoli di potere.
L’elezione dei Papi nel palazzo del Quirinale rappresenta un aspetto affascinante e poco conosciuto della storia pontificia. Il primo Conclave che si svolse al Quirinale risale al 1823, quando quarantanove Cardinali si ritrovarono nella suggestiva Cappella Paolina. Il Collegio rimase riunito per ventisei giorni, concludendosi con l’elezione del Cardinale Annibale della Genga, che prese il nome di Leone XII.

Nel 1829, la scomparsa di Leone XII portò alla convocazione di un nuovo Conclave, che si svolse in sei giorni. Il Cardinale Francesco Saverio Castiglioni fu eletto Papa e prese il nome di Pio VIII. Il pontificato durò appena venti mesi a causa della sua salute precaria.
Il Conclave del 1830 è passato alla storia come il più lungo dell’Ottocento, con ottantatré scrutini. Il Cardinale Bartolomeo Alberto Cappellari eletto Papa prese il nome di Gregorio XVI. Un evento significativo che rallentò il processo elettorale fu la minaccia di Carlo Luigi Napoleone, futuro Napoleone III, che tentò di conquistare Roma per farne la capitale di un ancora ipotetico Regno d’Italia.
L’ultimo Conclave al Quirinale, tenutosi nel 1846, si rivelò sorprendentemente breve. L’elezione di Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti, richiese solo due giorni e pochi scrutini. Questo Papa sarebbe stato testimone dell’epopea risorgimentale e della fine del potere temporale della Chiesa. La presa di Roma nel 1870 indusse Pio IX a lasciare il Quirinale e a ritirarsi all’interno delle mura vaticane, dando inizio alla cosiddetta ” Questione Romana”. Il Papa si considerò prigioniero in Vaticano e rifiutò di riconoscere il Regno d’Italia. La situazione si sbloccò solo con la firma dei Patti Lateranensi nel 1929, e il riconoscimento reciproco tra il Regno d’Italia e la Santa Sede.

Nello stesso anno Vittorio Emanuele III fece visita a Pio XI in Vaticano. Tuttavia, fu solo nel 1939 che il nuovo Papa Pio XII attraversò Roma per incontrare Vittorio Emanuele III. L’episodio segnò il ritorno di un Pontefice al Quirinale e l’inizio di nuova era di relazioni tra la Chiesa e la monarchia sabauda. Durante la cerimonia, il Re si genuflesse davanti al Papa e risuonarono l’inno pontificio, la marcia reale e “Giovinezza”, un canto del ventennio fascista, a testimonianza del complesso contesto politico.

L’11 maggio 1963, Giovanni XXIII divenne il primo Papa a recarsi nella residenza presidenziale italiana dopo la nascita della Repubblica, accolto dal Presidente Antonio Segni. L’occasione fu il conferimento al Papa del Premio Balzan per la pace tra i popoli, un riconoscimento, in verità, già consegnato al Pontefice in Vaticano. La visita fu l’ultima apparizione pubblica di Giovanni XIII, che morì il 3 giugno 1963.
Nel gennaio del 1964, Paolo VI, il nuovo Papa, proseguì il cammino di dialogo istituzionale, recandosi da Antonio Segni, che divenne l’unico Presidente a ricevere due Papi nel suo unico e breve mandato. Paolo VI sottolineò il legame tra la Chiesa e l’Italia, ricordando l’importanza della fede cattolica per la maggioranza degli italiani e l’impegno della Santa Sede nella protezione del patrimonio culturale e spirituale del Paese. Nel 1966, Paolo VI ritornò al Quirinale per incontrare il Presidente Giuseppe Saragat. Il Papa espresse la sua gratitudine per l’accoglienza e il rispetto dimostrati dalle autorità italiane e dalla popolazione nei confronti dei partecipanti al Concilio Vaticano II, che si era concluso.

Durante la presidenza di Giovanni Leone, Paolo VI non si recò al Quirinale, segnando un periodo di silenzio tra le due istituzioni. Questo intervallo si concluse il 2 giugno 1984, quando al Quirinale Giovanni Paolo II incontrò Sandro Pertini. Tra i due leader si sviluppò una profonda amicizia personale, consolidata da numerosi incontri e scambi di idee. La visita del Pontefice avvenne pochi mesi dopo la revisione del Concordato, firmata dal Cardinale Agostino Casaroli e dal Presidente del Consiglio, Bettino Craxi.
Nei suoi ventisette anni di pontificato, Giovanni Paolo II tornò al Quirinale il 18 gennaio 1986, per incontrare Francesco Cossiga, e il 20 ottobre 1998, per una visita a Oscar Luigi Scalfaro. Gli incontri e le conversazioni tra Cossiga e il Pontefice furono arricchiti dall’interesse del Presidente per le questioni teologiche e temi religiosi. Il capo dello Stato mostrò attenzione per l’andamento del Sinodo straordinario dei vescovi del 1985, dedicato all’attuazione del Consiglio Vaticano II.

L’ultima visita di Giovanni Paolo II al Quirinale avvenne nel 1998, quando incontrò il Presidente Scalfaro. Il Papa illustrò le aspettative della Chiesa per il Giubileo del 2000, richiamando l’importanza della fede cristiana come parte integrante del patrimonio spirituale e identitario dell’Italia.
Nel giugno del 2005, Papa Benedetto XVI fece il suo ingresso al Palazzo presidenziale per incontrare Carlo Azeglio Ciampi, sostituendo simbolicamente la visita che Giovanni Paolo II avrebbe dovuto compiere il 29 aprile, ma che era fu annullata a causa del peggioramento della salute del pontefice polacco. Un momento divertente si verificò quando la signora Ciampi chiese al Pontefice il nome del suo Segretario, e Benedetto XVI rispose “Giorgio”. Lei, sorpresa, ribatté ” Ma non è tedesco?”. Il Papa, sorridendo, replicò “Sì, allora Georg”.
Giorgio Napolitano, durante i suoi due mandati come Presidente della Repubblica, incontrò al Quirinale sia Benedetto XVI che Papa Francesco, instaurando con entrambi un rapporto di stima e di rispetto. Napolitano si fece portavoce della gratitudine e dell’affetto del popolo italiano per il loro servizio, sottolineò il ruolo della Chiesa nella società italiana. Con Benedetto XVI, il legame si rafforzò ulteriormente il 4 ottobre 2008, quando il Papa visitò il Quirinale in occasione della festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Napolitano descrisse il rapporto con Benedetto XVI come uno degli aspetti più significativi della sua presidenza, evidenziando una profonda affinità tra di loro. Anche con Papa Francesco, Napolitano mantenne una relazione significativa e, il 14 novembre del 2013, ricevendo il Papa ribadì l’importanza di promuovere una cultura dell’incontro e del dialogo, temi centrali nel magistero del Pontefice.

Alla morte di Giorgio Napolitano, avvenuta nel settembre 2023, Papa Francesco rese omaggio all’ex Presidente visitando la camera ardente allestita al Senato.
Il 10 giugno 2017, Papa Francesco tornò al Quirinale per un incontro con il Presidente Sergio Mattarella. L’evento fu caratterizzato da un forte richiamo ai valori comuni che uniscono lo Stato italiano e la Chiesa, in particolare sui temi della giustizia e della solidarietà. Mattarella ricordò i segni presenti nel Palazzo, testimoni della lunga storia di collaborazione tra le istituzioni italiane e i Papi.
Papa Francesco ricordò l’importanza di mettere al centro della vita politica la dignità della persona, un principio cardine della Costituzione italiana e solido punto di riferimento per la vita democratica. Il Pontefice affermò che la Chiesa e lo Stato condividono l’impegno per il bene comune, ispirandosi a valori universali che trascendono le differenze.