La giudice Tanya S. Chutkan, il magistrato federale che supervisiona il procedimento giudiziario in cui è stato incriminato Donald Trump per il tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021, ha emesso un’ordinanza che approva la pubblicazione dei documenti originali redatti dal procuratore speciale Jack Smith. Gli avvocati dell’ex presidente hanno ora tempo fino a giovedì prossimo per contestare la decisione della giudice. La pubblicazione di questi documenti, in procinto delle elezioni del 5 novembre, potrebbe danneggiarne l’esito per Trump.
Una memoria di 165 pagine, depositata il mese scorso, che riconferma le accuse a Trump dopo la decisione della Corte Suprema che ha concesso all’ex capo della Casa Bianca l’immunità parziale da procedimenti penali per le funzioni ufficiali compiute da presidente. Secondo le informazioni raccolte da Smith, il tycoon deve essere perseguito perché i reati che ha commesso non rientrano tra gli atti ufficiali considerati non perseguibili dall’Alta Corte.

I documenti sono costituiti da un’appendice in quattro parti che elenca le fonti delle citazioni utilizzate da Smith nella sua memoria, nonché informazioni che descrivono in dettaglio i percorsi legali per perseguire l’ex presidente anche dopo la decisione della Corte Suprema. Nella memoria della scorsa settimana, ha dichiarato che “il candidato dopo aver perso le elezioni aveva lanciato una serie di piani sempre più disperati per ribaltare i legittimi risultati elettorali in sette Stati”. Il nocciolo, secondo il procuratore speciale, sta nel fatto che Trump ha cercato di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 nella sua veste privata di candidato sconfitto alle elezioni. Una funzione che non aveva nulla a che fare con il mandato presidenziale.
In allegato anche alcune delle testimonianze rese alla Commissione parlamentare del Congresso che ha svolto le indagini sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021. Tuttavia, con molta probabilità, la maggior parte delle altre – quelle rese all’FBI da parte di coloro che erano alla Casa Bianca quel drammatico giorno, così come quelle degli agenti di scorta del Secret Service e quelle degli assistenti di Trump durante la sua amministrazione – e la trascrizione della decisione del gran giurì popolare e le richieste dei mandati di perquisizione dovrebbero rimanere censurate.
Gli avvocati di Trump, John Lauro e Todd Blanche, avevano chiesto in precedenza alla giudice Chutkan di non rendere pubblici gli atti del nuovo rinvio giudizio in questo momento, affermando che avvengono in un periodo in cui in molti Stati dell’Unione già si vota con il voto anticipato e che la divulgazione della nuova incriminazione di Jack Smith danneggerebbe Donald Trump dal punto di vista politico a pochi giorni dalle elezioni.
Argomentazioni alle quali la giudice Chutkan non era rimasta molto convinta e quindi aveva deciso che potevano essere rese pubbliche, scrivendo nel suo ordine di due pagine che il team legale di Trump non aveva fornito “nessuna obiezione sostanziale specifica a particolari redazioni proposte”. Le loro “obiezioni generali a un’ulteriore desecretazione sono prive di fondamento” e le loro preoccupazioni sui suoi effetti sulle possibilità di Trump di vincere le elezioni del 2024 “non sono un pregiudizio legale riconoscibile”. Inoltre la giudice aveva detto in aula agli avvocati dell’ex presidente che il fatto che si fosse arrivati così prossimi al 5 novembre dipendeva solo dai continui rinvii richiesti proprio dalla difesa.
Per il momento, non è stata fissata alcuna data per il processo, con molti osservatori che prevedono che il caso potrebbe finire di nuovo davanti alla Corte Suprema. Trump, che più volte ha definito le accuse una farsa e un atto di ingerenza elettorale, è ampiamente previsto che, se eletto presidente, ordini al Dipartimento di Giustizia di abbandonare il caso.
Gli avvocati di Trump hanno già tempo fino al 7 novembre, due giorni dopo le elezioni, per presentare la loro risposta alla memoria di Smith e spiegare perché l’incriminazione dovrebbe essere ritirata dopo la decisione della Corte Suprema. Per ora devono rispondere solo alla richiesta della giudice di rendere pubblici i documenti dell’incriminazione.
Non è chiaro quante informazioni potrebbero essere desecretare. Le argomentazioni di Smith per procedere nel rinvio a giudizio includono alcune nuove prove non ancora rese pubbliche, raccolte sia da parte del suo team investigativo che da quelle prese dalle indagini svolte dalla Commissione d’Inchiesta del Congresso del 6 gennaio, tra cui gli appunti dell’allora vicepresidente Mike Pence mentre parlava con Trump.