Anna Rasche, una gemmologa statunitense che ha lavorato presso il Gemological Institute of America al Diamond District di Manhattan e insegna storia della gioielleria al Sotheby’s Institute of Art, esordisce con The Stone Witch of Florence il suo primo romanzo incentrato sulla figura di una donna italiana e ambientato nella Firenze medievale. Il libro, tradotto col titolo La strega delle pietre da Rosita Pederzolli, esce nelle librerie italiane il 6 novembre.
Partendo da alcune ricerche che stava svolgendo per un master, presso i musei e le biblioteche di New York, come la biblioteca Cooper Hewitt, la Morgan Library e sulle collezioni del Metropolitan Museum per i gioielli medievali, si è soffermata in particolare su alcuni manufatti, documenti e dipinti italiani e non che hanno ispirato la sua ricerca storica e scientifica sulle pietre e cristalli legate ai poteri curativi e alle presunte “proprietà magiche” menzionate negli antichi testi italiani che trattano l’argomento. Tali concetti infatti sembrano essere particolarmente presenti nella cultura italiana medievale.

Come lei stessa racconta a Untapped New York l’idea è nata quando si è avventurata negli archivi della biblioteca del Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum studiando la storia del corallo, che ha scoperto “essere un potente materiale per allontanare il malocchio”, una convinzione che in Italia era sostenuta fin dai tempi antichi. I romani spesso regalavano ai neonati amuleti di corallo per prevenire malattie e sfortuna. Ancora oggi si vedono molti ciondoli a forma di corno a Little Italy. Di solito sono rossi, imitando il colore del corallo rosso usato per difendersi dal “malocchio” per secoli, sottolinea l’autrice.
Rasche si è anche recata in Italia visitando molte chiese e musei di Firenze, e reperti fra cui gli amuleti in cristallo conservati al Bargello e Orsanmichele, per continuare le ricerche che hanno ispirato il suo romanzo.

The Stone Witch of Florence è incentrato sulle avventure di Ginevra di Gasparo, una genovese del XIV secolo che cura i malati mediante i “poteri” delle pietre preziose. Nel 1348, durante i giorni più bui della peste nera, Ginevra viene chiamata per aiutare a catturare un ladro che ha rubato preziose reliquie dalle chiese di Firenze. Spinta dall’ambizione di diventare un medico rispettato e sfuggire allo stigma di essere etichettata come “strega”, stipula un patto rischioso accettando di aiutare i suoi ex persecutori, confidando che proteggeranno la sua reputazione se riuscirà a catturare il bandito.
Tuttavia anche se il libro narra di una storia inventata dall’autrice, “molte delle pietre preziose che Ginevra impiega nella storia e i gioielli che i personaggi indossano sono stati usati dagli italiani medievali nella vita reale. L’idea originale per il libro era che fosse una finzione quasi storica e l’unica deviazione dalla realtà nella storia inventata e raccontata nel libro, è l’idea che le credenze magiche funzionassero davvero”, ha detto Rasche.
L’autrice ha quindi inventato e romanzato sui poteri di alcuni monili e pietre, deviazioni fondate su un’ampia ricerca della cultura medievale in Italia e sulla sua conoscenza professionale di pietre preziose e gioielli.