L’immunologo Anthony Fauci, ex consigliere medico della Casa Bianca e figura di riferimento nella gestione della pandemia di COVID-19, ha recentemente condiviso la sua esperienza personale con il virus del Nilo occidentale.
In un editoriale pubblicato sul quotidiano statunitense New York Times, ha descritto il difficile percorso di guarigione e la paura di non poter mai più tornare alla normalità dopo aver contratto la malattia.
“Dopo oltre 50 anni passati a combattere microrganismi, uno ha reagito e mi quasi ucciso”, ha scritto l’esperto, che ha guidato il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, il centro per la prevenzione delle malattie infettive, per quasi quattro decenni.
L’83enne ha spiegato che probabilmente ha contratto il virus a Washington, in District of Columbia, dove abita, a metà agosto, quando ha iniziato a sentirsi debole e esausto. Inizialmente, pensava fossero sintomi collegati al COVID-19, contratto in precedenza, ma la sua condizione si è aggravata.
Il 16 agosto è stato ricoverato in ospedale mentre era in preda a una crisi delirante, con febbre oltre i 39 gradi. Durante i cinque giorni e mezzo di degenza, è stato curato per sepsi, un’infezione generalizzata, prima che gli esami del sangue rivelassero la presenza del virus del Nilo occidentale.
“Non esiste una cura per questa malattia, e ho dovuto affrontare gli effetti devastanti sul mio corpo”, ha evidenziato Fauci, mentre sottolineava quanto si fosse sentito debilitato sia fisicamente che mentalmente.
Una delle parti più angoscianti della sua esperienza è stata l’incapacità di mantenere la lucidità mentale: “Ero disorientato, non ricordavo le parole e facevo domande alle quali avrei potuto rispondere da solo”, ha scritto, “temevo di non riprendermi mai più”.
Il virus del Nilo occidentale si trasmette attraverso le punture di zanzara e può causare sintomi gravi, tra cui febbre, dolori muscolari e problemi neurologici. Secondo il Centers for Disease Control and Prevention, un centro per la prevenzione e il controllo delle malattie, CDC, non esistono vaccini né trattamenti per la malattia, e circa 1.000 americani ogni anno vengono ricoverati con forme severe.
Nonostante le preoccupazioni iniziali Fauci, adesso sta bene e i suoi problemi cognitivi sono fortunatamente scomparsi, ma ha descritto l’intera vicenda come “un’esperienza straziante”.
Con la condivisione della sua storia, l’illustre dottore ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi conseguenze di questo particolare microrganismo, che può causare anche la morte. Ha inoltre sottolineato l’importanza di investire maggiormente nella ricerca e nella consapevolezza pubblica per contrastare la minaccia sanitaria, soprattutto in considerazione del fatto che il virus quest’anno è stato identificato in 46 stati.
“Non possiamo accettare questo come status quo”, ha ammonito il medico, che ha fatto un appello affinché vengano disposte maggiori risorse per prevenire crisi sanitarie in futuro. Fauci si è ritirato nel 2022 e ha recentemente pubblicato un libro in cui parla della sua lunga carriera.