Secondo un nuovo studio riportato dal New York Times, il linguaggio utilizzato da Donald Trump nei suoi comizi è cambiato radicalmente nel corso degli anni. I suoi discorsi sono diventati meno mirati, più cupi, più sconclusionati e, in generale, meno legati al momento.
Il tycoon, dal canto suo, ha chiamato il suo stile a ruota libera “The Weave”, dicendo che è un modo intenzionale e “brillante” di comunicare. Eppure, le sue parole non sembrano aver convinto tutti, anzi. Anthony Scaramucci, un ex alleato del leader MAGA, che ora sostiene la vicepresidente Kamala Harris, a tal proposito ha affermato: “Non sta competendo al livello di 8 anni fa. Ha perso la capacità di mettere insieme frasi forti”.
Secondo l’analisi in questione, oggi i discorsi di Trump sono diventati molto più lunghi, passando dai 45 minuti del 2016 agli 82 minuti del 2024. Il tycoon, inoltre, usa termini assoluti come “sempre” o “mai” con una frequenza maggiore del 13% rispetto al passato. Secondo alcuni esperti, ciò è dovuto all’avanzare della sua età.
Otto anni fa usava il 21% in più di parole negative rispetto a quelle positive; ora ne usa il 32% in più. Anche questo aumento può essere un segno di cambiamento cognitivo. Rispetto al 2016, inoltre, le parolacce compaiono nei suoi discorsi con una frequenza maggiore del 69%. Una tendenza che può riflettere la disinibizione, che secondo il National Institutes of Health riguarda la capacità di “controllare il proprio comportamento”.
Le ultime uscite pubbliche del candidato del GOP, inoltre, sono state contraddistinte anche dalla grande confusione. Una settimana dopo il dibattito contro Harris, Trump ha parlato del pubblico in studio che lo sosteneva e che era “impazzito” per il suo fervore. Ma in realtà non c’era nessun pubblico in studio. La settimana scorsa, invece, ha detto che “la maggior parte delle persone non ha idea di cosa diavolo sia un’app del telefono”: eppure il 96% degli americani possiede uno smartphone.
Secondo l’analisi del Times, il linguaggio dei discorsi di Trump si trova ad un livello da quarta elementare. Il governatore della Florida Ron DeSantis, per fare un paragone, parla ad un livello di terza media, la media canonica per i leader di quest’epoca. Uno studio condotto da ricercatori dell’Università del Montana nel 2022 ha dimostrato che la complessità dei discorsi di Trump è significativamente inferiore a quella dei presidenti nella storia della nazione.
Nonostante ciò, il tycoon ha ribadito: “Vado avanti per due ore senza teleprompter, e se dico una parola leggermente fuori posto, dicono: ‘Ha un deficit cognitivo’”.