In un’epoca governata da nuovi progressi medici e scientifici, dove si trovano svariate opzioni contraccettive, il preservativo sembra aver perso in tutto il mondo la sua importanza come strumento di prevenzione per le malattie sessualmente trasmissibili.
Soprattutto in America, dove è largamente disponibile nelle università e nelle farmacie, sempre meno giovani lo utilizzano. Il disinteresse sfocia in un’inquietante preoccupazione, infatti circa la metà dei nuovi contagi di malattie come clamidia, gonorrea e sifilide negli USA ha coinvolto ragazzi tra i 15 e i 24 anni.
Il calo dell’utilizzo è attribuito a vari fattori: i progressi nella medicina, come la contraccezione a lungo termine e i farmaci per prevenire le infezioni, un’attenuazione della paura dell’HIV e i diversi approcci nell’educazione sessuale nelle scuole.
Il dottor Joseph Cherabie, direttore del St. Louis HIV Prevention Training Center, in Missouri, osserva che in passato le campagne per i condom si basavano sulla paura. Oggi, però, gli esperti cercano di trovare nuovi approcci, più coinvolgenti, per sensibilizzare i giovani alla loro salute sessuale.
Magan Perry, presidente dell’associazione studentesca di salute pubblica dell’Università del Mississippi, conferma che l’uso del preservativo tra gli studenti è in diminuzione. Sono principalmente le donne a volerlo usare, ad affrontare l’argomento, mentre molti uomini si dimostrano resistenti all’idea dell’utilizzo, che viene percepito come un fastidio.
Il preservativo nasceva con lo scopo di prevenire le gravidanze, che ora vengono però gestite anche attraverso altre opzioni mediche, come i dispositivi intrauterini (IUD) e la contraccezione ormonale.
Fra i gay, il disuso del profilattico è associato alla diffusione della PrEP, un farmaco che previene l’HIV. Tuttavia, questo medicinale non protegge dalle altre infezioni. La combinazione di opzioni come la PrEP e la profilassi post-esposizione alla doxiciclina, ha cambiato il panorama della prevenzione sessuale, e ha ridotto ulteriormente l’uso del dispositivo.
Spesso anche la disomogeneità nell’educazione sessuale crea barriere. In stati come il Mississippi, dove i programmi si concentrano quasi esclusivamente sull’astinenza, si registrano i tassi più alti di malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate. Mentre in altri come l’Oregon, dove l’educazione sessuale è più accurata, si ottengono risultati migliori.
Jenny Withycombe, vicedirettrice per la salute delle scuole pubbliche di Portland, in Oregon, sottolinea che l’insegnamento all’uso del preservativo e altre forme di educazione completa sarebbero necessarie per preparare i ragazzi a scelte più consapevoli.
Intanto, molti esperti si interrogano su come riportare tra le giovani generazioni, l’attenzione sul condom. Riconoscono che la scelta di non usarli spesso deriva anche da fattori complessi come la percezione del piacere e la vergogna associata al loro acquisto.