Che Papa Francesco sostenga con forza la dottrina cattolica contro l’aborto non è una novità, ma la parola “sicari” che ha dedicato ai medici che praticano l’interruzione di gravidanza, quella parola un po’ desueta, che fa pensare a vicoli bui, mantellacci e intrighi, quella parola ha lasciato il segno. Anche perché è arrivata poche ore dopo le manifestazioni che sabato 28 settembre hanno riempito molte piazze italiane per la Giornata Internazionale per l’aborto libero e sicuro (in Italia quasi un’illusione).
Parlando con i giornalisti sul volo che lo riportava da Bruxelles a Roma, dopo il viaggio in Lussemburgo e Belgio, Bergoglio ha detto: “I medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari”.
“Un aborto è un omicidio, si uccide un essere umano” ha ribadito il Papa. “Un’altra cosa sono i metodi anticoncettivi. Sono un’altra cosa. Non confondere” ha però detto. Ma sull’aborto, ha ribadito, “non si può discutere, scusami – ha detto alla giornalista che ha posto la domanda – ma è la verità”.
Bergoglio ha reso omaggio alla figura di re Baldovino del Belgio, sulla cui tomba si è raccolto in preghiera, e che nel 1990 minacciò di abdicare ai leader politici che lo invitavano a siglare la legge sull’aborto e a evitare una crisi istituzionale. Alla fine, la legge fu promulgata senza la firma del re: Baldovino, ufficialmente malato, era sospeso dalle sue funzioni di capo dello Stato. “Ha fatto un atto coraggioso”, ha detto il Papa, “perché davanti a una legge di morte lui non ha firmato e si è dimesso. Ci vuole coraggio, ci vuole un politico con i pantaloni per fare questo”. “Lo ha fatto perché è un santo”, ha aggiunto il Papa, sancendo il processo di beatificazione di Baldovino.
Sono parole pesanti soprattutto in un anno in cui le elezioni Usa si giocano anche su questo tema, e in cui in Italia di aborto si discute costantemente: perché in alcune regioni ottenere il diritto di abortire sancito dalla legge 194 (entro i primi 90 giorni) è quasi impossibile e la legge consente ai medici, che in moltissimi se ne avvalgono, ‘l’obiezione di coscienza’. Ma anche perché il governo Meloni non tutela l’interruzione di gravidanza a livello nazionale e i governatori di destra – responsabili della Sanità – non lo fanno a livello locale. Ospedali impreparati, alcuni con obiettori al 100% dei ginecologi, “punti IVG” malfunzionanti, donne costrette ad ascoltare il battito del feto in ecografia, ad abortire in reparti maternità circondate dalle partorienti, o a un viaggio fuori regione alla ricerca di un ginecologo entro i tempi della legge.
Bergoglio in Belgio è stato anche contestato per le sue posizioni anti abortiste. Anche con una lettera in cui l’Università cattolica di Lovanio, una delle più prestigiose del Belgio, ha criticato la posizione della Chiesa sulle donne. Il pontefice se ne è lamentato: “Prima di tutto, questo comunicato è stato fatto nel momento in cui io parlavo. È stato pre-fatto e questo non è morale”. E poi ha ribadito che per la Chiesa la dignità della donna è prioritaria: “io parlo sempre della dignità della donna e ho detto una cosa che non posso dire degli uomini: la Chiesa è donna, è la sposa di Gesù”. Sposa, madre, comunque destinata a dedicarsi a qualcun altro.