Kamala Harris ha partecipato domenica a una raccolta fondi a Los Angeles che ha fruttato alla sua campagna ben 28 milioni di dollari. L’evento, frequentato da numerosi vip, ha segnato il suo ritorno sulla scena pubblica della città californiana, la prima apparizione da quando ha lanciato ufficialmente la sua candidatura alle presidenziali lo scorso 21 luglio.
Durante il suo intervento, la vicepresidente ha criticato aspramente il rivale repubblicano Donald Trump, definendolo un leader “stanco” e privo di una visione concreta per il Paese. La dem ha inoltre presentato i punti chiave della sua politica economica, sostenendo che i suoi piani, approvati a suo dire da noti economisti, promuoverebbero una crescita robusta e sostenibile, contrariamente alle proposte di Trump. Harris ha infine riaffermato la propria vocazione di “dipendente pubblica” e la sua fede nel capitalismo.
Parallelamente alla raccolta fondi, Harris parteciperà lunedì al popolare podcast All the Smoke, condotto da ex giocatori della NBA. Un canale che le permetterà di raggiungere un pubblico specifico: uomini afroamericani, una fascia elettorale strategica che anche Trump sta cercando di conquistare. Nel corso dell’intervista, Harris affronterà verosimilmente temi legati all’identità razziale e alla brutalità della polizia, in un tentativo di ampliare il suo appeal presso comunità spesso al centro dei dibattiti sociali e politici americani.
Ma mentre Harris continua a sviluppare la sua campagna, Trump si è attirato nuove critiche, anche da parte dei suoi stessi colleghi repubblicani, per i suoi attacchi volgari contro l’avversaria. Durante due comizi consecutivi in Wisconsin e Pennsylvania, l’ex presidente ha definito Harris “mentalmente disabile” e “mentalmente disturbata”, aggiungendo che “c’è qualcosa di storto in quella donna”. In uno dei suoi affondi più duri, ha persino affermato, mentendo, che Harris vorrebbe legalizzare il fentanyl e far entrare nel Paese “100-150 milioni di immigrati”, descritti da Trump come “stranieri selvaggi e criminali”.
Nell comizio di sabato scorso in Wisconsin, in particolare, ha inoltre ironizzato sull’applicazione per smartphone della U.S. Customs and Border Protection, che permette agli immigrati di fissare appuntamenti presso gli uffici di frontiera. “Hanno un’app per entrare nel nostro Paese. Sono immigrati intelligenti, immagino, perché la maggior parte delle persone non sa neanche cosa sia un’app per il telefono”, ha dichiarato a Prairie Du Chien, suscitando reazioni sarcastiche sui social.
Un commentatore ha risposto: “Quanto devi essere fuori dal mondo per credere che la gente non sappia cos’è un’app?” Come se non bastasse, Trump ha anche fatto una strana osservazione vedendo una mosca sul leggio: “Oh, c’è una mosca. Due anni fa non ci sarebbe stata una mosca qui sopra. Stiamo cambiando troppo in fretta, non possiamo più sopportarlo.”