I sondaggi avevano ragione. E’ l’ennesima vittoria di un partito di estrema destra in Europa: scena, l’Austria, dove il Partito della Libertà (FPOE) alle elezioni legislative di domenica 29 settembre ha ottenuto la maggioranza relativa, oltre il 29% dei voti, molto lontano da una maggioranza assoluta ma tre punti avanti al Partito Popolare conservatore (OVP). Un risultato anche migliore del previsto, che batte l’OVP al governo del cancelliere Karl Nehammer.

“Abbiamo spalancato una porta verso una nuova era – ha detto il leader del partito anti-Islam e pro Cremlino, Herbert Kickl festeggiando con i sostenitori – ora scriveremo davvero insieme questo nuovo capitolo della storia austriaca”.
Il FPOE ha cavalcato l’ondata di rabbia pubblica per anti-immigrazione e il costo della vita e Kickl ha fatto campagna usando il soprannome di “cancelliere del popolo”, un tempo usato per descrivere Adolf Hitler.
Il FPOE ha già partecipato ad alcuni governi austriaci in coalizione, ma come partner minoritario. Non avendo la maggioranza assoluta, al partito servirà trovare accordi per governare, ma Nehammer ha escluso la possibilità di appoggiare un governo con Kickl cancelliere.
L’ondata di estrema destra in Europa ha segnato punti in numerosi paesi. L’Italia ha al governo Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia in coalizione con la Lega Nord di Matteo Salvini. In Francia, il partito di Marine Le Pen era arrivato in testa al primo turno delle elezioni legislative, nonché ai risultati francesi delle elezioni europee di giugno, ma il complesso sistema elettorale a due turni ha bloccato la sua avanzata. In Germania, attualmente guidata da un governo con il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, il partito di estrema destra AfD – che collabora con formazioni neonaziste – ha vinto nelle elezioni locali nei Lander di Sassonia e Turingia, dove però non può governare per mancanza di alleati.

I temi sono sempre gli stessi: contrasto all’immigrazione, allarme sicurezza, esaltazione di certi valori tradizionali (a prescindere dai comportamenti personali dei leader); questioni che tornano anche nella campagna elettorale di Donald Trump per la Casa Bianca.