Il caso doping per Jannik Sinner non è finito anzi si trasforma in dramma. L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha presentato ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport contro l’altoatesino.
Il tennista numero uno del mondo era stato già assolto da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) e dichiarato senza colpa o negligenza per essere risultato positivo per due volte al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024. L’ITIA aveva accettato la spiegazione del team Sinner – il campione è stato contaminato a sua insaputa per via di una pomata cicatrizzante che il suo fisioterapista si era messo sulle mani prima di massaggiarlo.
La WADA – si legge in una nota – ritiene che la constatazione di “assenza di colpa o negligenza” non sia corretta ai sensi delle norme vigenti. La WADA chiede un periodo di squalifica compreso tra uno e due anni. Non verrebbero comunque toccati i risultati conseguiti da marzo 2024 ad oggi.
La WADA – conclude la nota – non farà ulteriori commenti.
È una evoluzione drammatica per l’altoatesino e per il tennis italiano, che per la prima volta vanta un campione numero uno del mondo, vincitore a 23 anni di due tornei del Grande Slam, gli Australian Open e gli US Open. La notizia dell’assoluzione di Sinner era emersa questa estate fra mille polemiche perché l’intera procedura era stata tenuta sotto traccia, consentendo all’italiano di continuare a giocare. Il mondo del tennis si è diviso, per quanto in molti abbiano ribadito di credere alla correttezza del giovane. L’incubo adesso si ripresenta in forma ben più grave.