Prima che venisse confermata la morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ucciso sotto il bombardamento condotto da Israele sull’area meridionale di Beirut, il presidente Joe Biden ha dato ordine al Pentagono di “rivedere la posizione” delle forze armate statunitensi in Medio Oriente. Le tensioni continuano a crescere e il Dipartimento di Stato USA sta esortando il personale non di emergenza e le famiglie a lasciare il Libano.
Si legge in un comunicato della Casa Bianca che, dopo “essere stato informato più volte dal suo team di sicurezza nazionale sugli ultimi sviluppi in Medio Oriente”, Biden “ha dato ordine al Pentagono di valutare e adeguare, se necessario, la posizione delle forze statunitensi nella regione per rafforzare la deterrenza, garantire la protezione delle forze e sostenere l’intera gamma di obiettivi degli Stati Uniti”. Il presidente ha chiesto anche che le ambasciate statunitensi nella regione adottino tutte le misure di protezione appropriate.
Da Washington è arrivato anche l’annuncio che l’attacco nella regione meridionale di Beirut, per cui l’IDF sostiene di aver colpito il quarter generale di Hezbollah, è avvenuto senza che Israele ne informasse gli Stati Uniti. Gli israeliani rivendicano, invece, che il presidente Biden era stato messo al corrente “poco prima”.
Nel bombardamento, oltre al leader del gruppo militante sciita filo-iraniano, Hassan Nasrallah, sono morti anche il comandante del fronte meridionale Ali Karaki, il comandante delle forze di Al Quds in Siria e Libano, Abbas Nilforushan, e altre trecento persone, tutti civili. L’IDF ha confermato che la struttura presa di mira si trovava sotto alcuni edifici residenziali.
Davanti alla platea, praticamente vuota, dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, solo qualche ora prima del bombardamento, il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva dichiarato che Israele “si sta difendendo” dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas. Intanto, solo questa settimana, l’estensione del conflitto in Libano ha provocato lo sfollamento di oltre 100.000 persone.