Il giudice federale Benita Pearson ha approvato ieri un risarcimento di 600 milioni di dollari per i partecipanti a una causa collettiva intentata contro la ferrovia Norfolk Southern dopo il disastroso deragliamento dello scorso anno a East Palestine, in Ohio. La cifra verrà divisa fra circa 55 mila abitanti che vivevano nel raggio di 32 chilometri dal luogo dell’incendio e dell’esplosione dei vagoni che contenevano prodotti chimici fortemente inquinanti.
“Questo risultato non sarebbe stato possibile senza la resilienza e il supporto della comunità di East Palestine e della più ampia classe di residenti e imprenditori colpiti”, hanno affermato gli avvocati dei querelanti in una dichiarazione. “Non vediamo l’ora di iniziare la distribuzione dei fondi nelle prossime settimane per aiutare questa comunità a ricostruirsi e ad andare avanti”.
Eppure, 370 nuclei familiari e 47 aziende di East Palestine si sono apertamente opposte all’accordo perchè preoccupati per i potenziali gravi rischi che la nube tossica prodotta dall’incidente potrebbe provocare alla salute delle loro famiglie.
Gli oppositori dichiarano di essere delusi e insoddisfatti poichè secondo loro, le indagini e l’accordo sono stati portati a termine troppo velocemente senza gli approfondimenti necessari. Essi sostengono che i risultati dei test sulle sostanze nocive condotti dall’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA) non sono stati riportati in modo chiaro dagli avvocati che hanno mediato l’accordo.
Jami Wallace, un residente di East Palestine che si è opposto all’accordo, ha detto in una intervista a Fox News: “Questi avvocati facevano “i bulli” con le persone e dicevano loro che non avrebbero mai ricevuto soldi se non avessero accettato. Le persone si sentivano con le spalle al muro”.