All’interno del Parco Nazionale delle Great Smoky Mountains, un’area naturale protetta che comprende anche parte delle Blue Ridge Mountains, appartenenti ai monti Appalachi, tra Tennessee e Carolina del Nord, si trova una montagna considerata sacra dai nativi.
La vetta, che supera i 2000 metri, è stata recentemente ribattezzata “Kuwohi”, che nella lingua Cherokee significa “luogo di gelso”. Nel 1859, il geografo svizzero-americano Arnold Guyot aveva esaminato l’area e soprannominato la montagna “Clingmans Dome”, in onore di Thomas Clingman, politico e generale di brigata nell’esercito confederato.
Dopo 165 anni, il Board on Geographic Names degli Stati Uniti, un ente federale che ha lo scopo di stabilire e mantenere l’uso uniforme dei nomi geografici, in seguito alle pressioni dei nativi e a una richiesta formale presentata nel 2023, ha deciso di ripristinare il nome originale.
Michell Hicks, capo tribù della Eastern Band of Cherokee Indians, ha dichiarato alla stampa: “Era un cambiamento atteso da tempo”. Anche il National Park Service aveva sostenuto la mozione, e il suo staff ha già iniziato ad aggiornare la segnaletica e il sito web ufficiale.
“Il popolo Cherokee ha avuto legami profondi con “Kuwohi” e la zona circostante molto prima che la terra diventasse un parco nazionale”, ha sottolineato Cassius Cash, sovrintendente del parco in un comunicato ufficiale: “il NPS è entusiasta di continuare a collaborare con i nativi per condividere la loro storia e preservare questo paesaggio”.

Ogni anno, oltre 650.000 visitatori esplorano le Great Smoky Mountains che per tre giorni all’anno vengono interdette al pubblico per consentire agli studenti delle scuole Cherokee di visitare “Kuwohi” e conoscerne la storia attraverso lezioni tenute dagli “anziani”.
La vetta, che è la più alta del Tennessee e una delle più elevate a est del fiume Mississippi, è raggiungibile tramite un sentiero asfaltato, e alla sua sommità si trova una torre di osservazione.
“Era qui che i nostri antenati venivano a pregare, cercare una guida spirituale e parlare con il Creatore”, spiega Lavita Hill, membro della Eastern Band of Cherokee Indians, che ha lavorato all’iniziativa di ridenominazione: “i curatori raccoglievano qui i gelsi, che venivano utilizzati come cibo e medicina.”
Anche durante il “Trail of Tears”, lo sfollamento forzato di circa 60.000 persone delle “Cinque Tribù Civilizzate” tra il 1830 e il 1850, sottoposte a pulizia etnica dal governo degli Stati Uniti, Kuwohi offrì rifugio a molte di loro. Questo esodo forzato verso l’attuale Oklahoma causò la morte di migliaia di persone, tra cui oltre 4.000 Cherokee.
Negli ultimi anni, altre montagne hanno visto il recupero dei loro nomi nativi. Tra queste, ci sono il Black Elk Peak (precedentemente Harney Peak) nella Black Hills National Forest, in South Dakota; Denali (prima Mount McKinley) nel Denali National Park, in Alaska; e Mount Blue Sky (in principio Mount Evans) in Colorado. Inoltre, nell’ottobre 2022, centinaia di siti federali hanno rimosso dai loro nomi termini offensivi e razzisti legati alle donne native americane.