Domani si saprà molto di più sull’incriminazione dell’ex presidente Donald Trump da parte del procuratore speciale Jack Smith, che è stato autorizzato dalla giudice Tanya Chutkan a presentare centinaia di nuovi documenti nella vicenda che coinvolge l’ex presidente per l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio.
Normalmente, le memorie preprocessuali sono dei condensati della narrativa che poi si svilupperà nella fase dibattimentale in tribunale. Vengono presentati al magistrato e alla controparte. I documenti depositati da Smith hanno poco meno di 200 pagine. Gli avvocati di Trump hanno fatto obiezione e la giudice l’ha già respinta.
Nella partita a scacchi che si sta giocando tra l’accusa e la difesa, il procuratore speciale ha preso questa decisione perché, dopo la sentenza della Corte Suprema sulla parziale immunità presidenziale, molte testimonianze sono state stralciate, mentre altre sono state confermate. Smith vuole esporre completamente il caso contro Trump in modo che le eventuali probabili contestazioni sull’immunità possano essere affrontate all’inizio del processo e non a udienze già cominciate.
La Corte Suprema aveva già delineato nella sua sentenza che il caso contro Trump avrebbe dovuto essere completamente articolato all’inizio per consentire alla giudice Chutkan di valutare se la pubblica accusa abbia seguito la decisione della massima corte. Il magistrato ha esaminato il carteggio e domani sarà depositato con i nomi dei testimoni che verranno chiamati e l’elenco delle prove che sono state raccolte. È stato detto che alcune parti della memoria potrebbero essere censurate, cosa suggerita dal fatto che ci sarà una versione pubblica e una privata del documento.

“L’atto di accusa sostitutivo, che è stato presentato a un nuovo gran giurì che non aveva precedentemente ascoltato le prove in questo caso, riflette gli sforzi per rispettare e attuare le decisioni della Corte Suprema”, ha detto l’ufficio del procuratore speciale. Nell’atto d’accusa rielaborato, si sostiene più volte che Trump non aveva alcun obbligo presidenziale costituzionalmente assegnato per quanto riguarda la transizione di potere dopo le elezioni.
Trump ha definito ridicola la nuova accusa e sul suo social network Truth ha sostenuto che il procuratore speciale che guida le indagini, lo “squilibrato” Jack Smith, ha mosso questa “ridicola” accusa contro di me” nel tentativo di resuscitare una caccia alle streghe morta a Washington DC, in un atto di disperazione e per salvare la faccia”. Aggiungendo poi che questa nuova incriminazione è una “farsa che la compagna Kamala Harris sta attivamente spingendo”.
Alla luce della decisione della Corte Suprema, Smith ha dovuto rielaborare l’atto di incriminazione contro Trump, modificandolo rispetto a quello originale. I capi di accusa sono rimasti gli stessi: tra cui associazione a delinquere finalizzata alla frode nei confronti degli Stati Uniti, all’intralcio alla certificazione del risultato elettorale e contro il diritto degli elettori di veder contare i loro voti per commettere frode nei confronti degli Stati Uniti e cospirazione contro i diritti dei cittadini. Ma il testo è stato modificato in modo da rimuovere i riferimenti al fatto che il tycoon, nel compiere questi passi, stesse agendo come un candidato che aveva perso le elezioni e non come presidente.
Nella decisione di luglio la Corte Suprema aveva stabilito che le interazioni del capo della Casa Bianca con il dipartimento della Giustizia contano come atti svolti nell’esercizio della funzione di presidente, Smith ha rimosso dall’accusa sia i passaggi che riguardavano i tentativi di Trump di costringere il dipartimento della Giustizia a sostenere le sue rivendicazioni che ci fossero state frodi elettorali, sia quello in cui era nominato Jeffrey Clark, allora a capo della sezione civile del dipartimento di Giustizia, inizialmente citato per aver aiutato Trump nei suoi progetti di cospirazione.
Nei giorni scorsi la rivista Salon ha pubblicato una lunga serie di interviste con esperti legali su questa vicenda. L’avvocato Ty Cobb, ex legale della Casa Bianca di Trump, ha detto che la presentazione di Smith è appropriata e necessaria alla luce della sentenza della Corte Suprema.
James Sample, professore di diritto costituzionale alla Hofstra University, ha concordato che presentare “una memoria legale molto dettagliata, che fornisca particolari con la massima specificità possibile, non è solo appropriato, ma necessario”.
Bennett Gershman, ex procuratore e professore di legge alla Pace University, ha suggerito che parti significative della documentazione potrebbero essere censurate “data la vicinanza alle prossime elezioni”, ma che molte delle azioni intraprese da Trump nel suo tentativo di ribaltare i risultati delle elezioni “chiaramente non erano atti ufficiali”. Gershman ha indicato le dichiarazioni di Trump sui social media, le minacce rivolte all’ex vicepresidente Mike Pence e le sue interazioni personali con i cospiratori come esempi di azioni che, a suo parere, chiaramente non erano atti ufficiali.
Sarah Krissoff, ex procuratore federale, ha previsto che la questione delle censure potrebbe essere un’area in cui l’accusa e la difesa potrebbero scontrarsi, osservando che la sentenza della Corte Suprema richiede che la corte si impegni in un’indagine “dipendente dai fatti” per determinare se qualcosa fosse un atto ufficiale e che “il team di Trump non vuole assolutamente che tutti quei fatti vengano trasmessi e analizzati in pubblico”.
“Il team di difesa vuole che le censure siano il più ampie possibile, per proteggere dalla diffusione di informazioni che danneggiano l’ex presidente”, ha affermato Krissoff.