Il deputato Jamie Raskin, della Commissione di Supervisione della Camera, ha lanciato una “Dichiarazione contro la Dittatura” per proteggere le libertà costituzionali, chiudendo le scappatoie legali che permetterebbero a un presidente di abusare del potere esecutivo.
Raskin si sta muovendo insieme all’ex deputato repubblicano Joe Walsh, reagendo così alla recente decisione della Corte Suprema sull’immunità presidenziale. Il loro, naturalmente, è anche uno stratagemma per evidenziare le tendenze e le idee autoritarie di Donald Trump, candidato del GOP alla Casa Bianca.
“Questa dichiarazione mira a proteggere le libertà del popolo chiudendo le scappatoie legali che potrebbero consentire a un presidente di sfruttare il potere esecutivo per calpestare la libertà costituzionale”, ha dichiarato lunedì Raskin a Washington DC, nel corso di una conferenza stampa organizzata dall’American Civil Liberties Union, dagli State Democracy Defenders e da Principles First, alla quale ha preso parte anche Walsh. La sua presenza ha evidenziato l’opposizione bipartisan al tycoon.
Quest’ultimo ha infatti affermato: “Siamo arrivati a un punto in cui il popolo americano deve essere protetto da un presidente che sarebbe un re, e che quindi sarebbe un dittatore”. La dichiarazione sostenuta dai due, suddivisa in cinque punti, afferma che il Congresso dovrebbe limitare il potere presidenziale di dichiarare emergenze, di dispiegare l’esercito sul suolo americano, di richiedere impegni di fedeltà ai dipendenti pubblici e di usare le forze dell’ordine contro gli oppositori politici.

Il documento afferma inoltre che gli ex inquilini della Casa Bianca dovrebbero poter essere perseguiti dalla legge. “Per ridurre la minaccia di dittatura, il Congresso dovrebbe garantire che i presidenti che abusano dei loro poteri per commettere crimini possano essere processati come tutte le altre persone”, si legge nella proposta.
A luglio la Corte Suprema ha dichiarato che il governo non può punire un ex presidente per qualsiasi “atto ufficiale” compiuto durante il suo mandato. La sentenza ha accolto per lo più l’argomentazione legale di Trump, secondo cui egli è immune da azioni penali per i suoi vari tentativi di sovvertire l’esito delle elezioni del 2020, tra cui le pressioni esercitate su funzionari statali per annullare i risultati e l’istigazione di una rivolta a Capitol Hill. Se il candidato del GOP dovesse vincere a novembre, con ogni probabilità chiederà al Dipartimento di Giustizia di abbandonare tali questioni che lo riguardano in prima persona.
In risposta a questa vicenda, Biden ha chiesto un emendamento costituzionale che dichiari che gli ex presidenti non sono immuni da azioni penali. Secondo Raskin, però, questo provvedimento non risolverebbe tutti i problemi di autoritarismo presentati da Trump.
“Dobbiamo rispondere a ciascuna delle sfide che stiamo affrontando in questo momento”, ha dichiarato il deputato democratico, “Non vogliamo dittatori”.