Serata da record per Kamala Harris a New York. La candidata democratica alla Casa Bianca, nel corso di un evento della sua campagna tenutosi al Cipriani Wall Street ha raccolto ben 27 milioni di dollari, il suo più grande “bottino” da quando ha sostituito Joe Biden alla guida del ticket dem.
Come spiegato da una sua portavoce, sebbene al momento la 59enne abbia molto più denaro a propria disposizione rispetto a Donald Trump, candidato repubblicano, i soldi saranno necessari per competere con la pubblicità dei PACX, i ricchissimi gruppi esterni che sostengono il tycoon.
Ieri, dinanzi alla folla presente all’evento newyorkese, la vicepresidente ha parlato del suo rivale, che sembrerebbe aver rifiutato l’ipotesi di dibattere nuovamente con le in tv. “Sta cercando delle scuse”, ha detto Harris, “Dobbiamo incontrarci un’altra volta prima che le persone vadano alle urne. Lo dobbiamo al popolo americano ed agli elettori. Dobbiamo ancora discutere su parecchie cose”. Nella giornata di sabato, il tycoon ha fatto intendere che non avrebbe partecipato ad una nuova sfida in tv, dichiarando: “E’ troppo tardi ormai”.
Dal canto suo, invece, la vicepresidente ha affermato che mercoledì terrà un discorso per delineare la sua visione economica, spiegando: “Possiamo fare di più per investire nelle aspirazioni e nelle ambizioni del popolo americano, affrontando al contempo le sfide che ci attendono. Sono cresciuta come una bambina della classe media e non dimenticherò mai da dove vengo”.
Illustrando il suo programma economico in modo più dettagliato, Harris può affrontare una questione di primissima importanza per gli elettori, soprattutto dopo l’impennata dei prezzi avvenuta durante la presidenza di Biden. La 59enne ha preannunciato che spingerà per promuovere tagli alle tasse della classe media e per aumentare quelle dei ricchi e sulle aziende, e ha adottato la proposta di Trump di porre fine alle tasse sulle mance, anche se limiterebbe il suo piano ai contribuenti a basso e medio reddito.
Ha anche puntato il dito contro il piano del tycoon di imporre grandi tariffe sulla maggior parte dei beni importati, che farebbero aumentare notevolmente il costo delle merci. In questi mesi, a sua volta, Trump ha spesso criticato la sua rivale per la lentezza nel rilasciare proposte politiche esaustive.
Secondo l’ultimo sondaggio targato AP-NORC, nessuno dei due candidati prevarrebbe sull’altro in maniera significativa quando si parla di questioni economiche. L’indagine ha dimostrato che queste ultime rappresentano un aspetto fondamentale delle prossime elezioni, almeno per 8 elettori su 10.