Il miliardario della Silicon Valley Vinod Khosla, cofondatore di Sun Microsystems, ha trovato un nuovo avversario, schieratosi contro il suo tentativo di limitare l’accesso pubblico a una spiaggia lungo la costa della contea di San Mateo. Il “nemico” in questione, non è certo uno a caso, bensì Elon Musk. Su X, social di sua proprietà, quest’ultimo ha pubblicato l’immagine fake di un cartello affisso su una spiaggia, con tanto di scritta: “Vietato l’ingresso ai plebei. Proprietà di Vinod Khosla”.
Il 52enne, parlando dei progetti del magnate per Martins Beach, ha inoltre affermato: “E’ pazzesco che abbia messo questo cartello su una spiaggia pubblica. Vinod dice che dovremmo inviare decine di migliaia di immigrati non controllati nelle piccole città dell’America, ma non vuole nemmeno lasciare che le persone camminino sulla sua spiaggia… Sto organizzando una festa sulla spiaggia di Vinod! Per la cucina, avrei pensato al barbecue”.
Il Bay Area News Group ha riferito venerdì che un giudice del tribunale della contea di San Mateo ha inflitto a Khosla un’importante sconfitta legale, rigettando la sua richiesta di respingere una causa della California Coastal Commission e della State Lands Commission, che lo hanno citato in giudizio nel 2020 per consentire un maggiore accesso pubblico alla spiaggia. Il giudice della Corte Superiore Raymond Swope ha deciso giovedì che il caso andrà avanti: il processo è previsto per aprile.

In risposta all’attacco di Musk sui social media, sabato Khosla lo ha criticato per il suo recente sostegno a Donald Trump. “Tieni il passo del tuo nuovo mentore nel twittare fotografie false che non ho mai visto prima”, ha detto il cofondatore di Sun Microsystems, “Non c’è mai stata una disputa sull’accesso alla spiaggia, che è pubblica, ma solo sull’entrata attraverso una proprietà privata. Informati prima di scrivere sciocchezze”.
Lo “scontro” social tra i due miliardari ha poi assunto toni decisamente più accesi, con Khosla che ha spostato l’attenzione sul tema dell’immigrazione. Musk ha quindi comunicato: “Non permetti nemmeno alla gente di usare la tua fot***a spiaggia, stron*o!”. Dopo le parole pesanti del patron di X, il 69enne ha affermato: “Postare foto fittizie irrilevanti è il meglio che puoi fare invece di rispondere alla domanda: è vero che Trump ha fermato attraverso le sue pressioni una legge sull’immigrazione illegale che aveva un forte sostegno bipartisan?”.
Nel corso degli anni, Khosla, il cui patrimonio si aggira intorno ai 7 miliardi, ha rilasciato poche dichiarazioni circa la vicenda di Martins Beach. La questione ha attirato l’attenzione nazionale per più di un decennio. Il 69enne l’ha descritta come un caso di diritti riguardanti la proprietà privata, mentre i leader politici, i surfisti e gli ambientalisti hanno detto che la questione potrebbe creare un precedente sulla possibilità da parte dei grandi imprenditori di chiudere le spiagge della California.
Nel 2008, Khosla ha speso 32,5 milioni di dollari per acquistare 88 acri di terreno costiero lungo la Highway 1 che circonda Martins Beach, una proprietà utilizzata dalle famiglie da decenni. Due anni dopo, ha chiuso i cancelli, assunto guardie e affisso cartelli di divieto di accesso.

Surfisti ed ambientalisti hanno fatto notare che la spiaggia, che è pubblica, è circondata da ripide scogliere. L’unica via d’accesso è proprio la strada dove Khosla ha fatto costruire i suoi cancelli.
Dopo aver perso la causa intentatagli dalla Surfrider Foundation, oggi il miliardario lascia i varchi aperti ad orari variabili, permettendo alle persone di raggiungere un parcheggio a pagamento in prossimità della costa.
Un altro fattore che potrebbe costare caro al miliardario. La commissione costiera, infatti, potrebbe dichiarare illegale il pedaggio per la sosta. In tal caso, la California dovrebbe multare Khosla per decine di milioni di dollari.