Nella cultura alimentare italiana e in generale in quella mediterranea, esistono numerosi cibi o prodotti che i consumatori non considerano perché non appartenenti a ciò che è tipico delle nostre abitudini alimentari. Spesso influenzati da programmi televisivi, dall’abitudine o da un generale rifiuto per ciò che non fa parte del proprio quotidiano, nell’alimentazione come nella vita si può arrivare a privarsi di cose da cui in realtà potremmo trarre più di qualche beneficio.
Le abitudini alimentari nord americane sono viste come un pessimo esempio per quanto riguarda la salute e il benessere connessi al cibo. E probabilmente è così, come del resto non si può arrivare a negare determinate realtà che tutt’oggi sono presenti oltreoceano. Può essere interessante, invece, dibattere su alcuni alimenti tipicamente americani che, volenti o nolenti, hanno dimostrato di avere addirittura dei benefici nutrizionali. Tra questi c’è il burro di arachidi o peanut butter, un alimento ricavato dalla macinatura dei semi omonimi presente nella dispensa di ogni casa statunitense e canadese solitamente consumato in panino / sandwich formato da due fette di pane simile al nostro pancarré, dove su una viene spalmato il burro di arachidi – smooth o crunchy a seconda delle preferenze – e sull’altra viene stesa della confettura di fragole o mirtilli. Fonti non accreditate ne attribuiscono la paternità a un imprenditore di Saint Louis, George A. Bayle Jr., il quale alla fine del XIX secolo inventò questo alimento come sostituto proteico della carne, allora alimento molto costoso e non accessibile a molte famiglie delle classi meno abbienti. Successivamente fu brevettato nel 1884 dal chimico e farmacista canadese Marcellus Gilmore Edson.
Contrariamente a quanto si possa credere il burro di arachidi è un alimento che nulla ha a che fare con il burro propriamente detto. Si tratta semplicemente di arachidi frullate che, grazie al contenuto di grassi, formano una crema spalmabile. È un alimento classificabile come fonte di grassi, per circa il 50% del suo contenuto. Se ne deduce che il potere calorico è piuttosto elevato e conseguentemente il consumo va limitato. Ma allora vale la pena mangiarlo considerata il ricco apporto di calorie come tutte le altre fonti di lipidi? La risposta è sì, perché i grassi presenti in natura non sono tutti uguali, specialmente se si confrontano quelli che derivano da organismi animali e quelli che invece vengono prodotti a partire da vegetali, come appunto le arachidi. I grassi animali, come quelli presenti nel burro, nel latte, nei formaggi, nella carne di manzo o di maiale sono prevalentemente saturi. Viceversa, quelli provenienti da vegetali come avocado, olio di oliva e frutta secca come arachidi, nocciole e noci, sono per lo più insaturi. Ma non è questo dettaglio scientifico che andrà a giustificare l’acquisto di burro di arachidi da parte di un consumatore. Ciò che interessa è il differente effetto che queste due tipologie di lipidi hanno sull’organismo. È noto infatti che i grassi saturi siano più difficili da immagazzinare per il nostro organismo e possono quindi provocare accumuli di grasso molto pericolosi per il sistema cardiovascolare. Al contrario degli insaturi che invece il corpo non ha problemi ad assimilare. È per questo che in generale, nel contesto di un’alimentazione sana, andrebbero sempre preferiti, per quanto possibile, le fonti di grassi vegetali a discapito di quelle animali.
Il burro di arachidi oltre ad essere un’ottima fonte di grassi è anche molto ricco di proteine che lo rendono ideale al consumo di chi segue diete sportive. È inoltre importante il suo contenuto di vitamine e sali minerali, in generale presenti nelle arachidi, tra cui le vitamine B3, B5, B9, zinco, oltre a magnesio e piccole percentuali di potassio.
È opportuno però fare un’altra precisazione che risulta forse ancora più importante degli altri parametri. In commercio sono presenti diversi di tipi di burro di arachidi, specialmente nella grande distribuzione. Molti però sono ricchi di zuccheri aggiunti e di grassi idrogenati, il che li rende tutt’altro che salutari. La scelta più giusta è preferire quelli ottenuti da sole arachidi (negli Stati Uniti, per legge, deve contenerne almeno il 90%, ma in Italia se ne possono trovare di ottima qualità addirittura con il 100%), privi di zuccheri aggiunti riportanti sull’etichetta indicazioni come ‘ottenuto da sole arachidi’ o ‘senza zuccheri aggiunti’ oltre a controllare nella tabella nutrizionale presente sul retro del vasetto le quantità di acidi grassi e zuccheri presenti, in assoluta minoranza rispetto alle proteine.
Curiosamente questo alimento era uno degli ingredienti dei panini preferiti dal re del rock and roll Elvis Presley: il Fool’s Gold – un ripieno di fette di pancetta croccante, burro d’arachidi e confettura d’uva racchiuse tra due fette di pane tostato – e l’Elvis Sandwich con banane affettate o schiacciate al posto della confettura. Oltre a essere citato e annoverato come classico in numerosi libri di cucina e articoli di giornale americani, il sandwich di ‘The Pelvis’ viene ancora oggi venduto in molti ristoranti e catene statunitensi specializzate nella vendita di panini al burro di arachidi.