Un gruppo di repubblicani ostili a Donald Trump ha annunciato di aver raccolto oltre 35 milioni di dollari per sconfiggere il candidato GOP nelle prossime elezioni di novembre. In questa tornata elettorale la raccolta fondi “Republican Voters Against Trump (RVAT)”, costituita a marzo con l’obiettivo di mettere insieme 50 milioni di dollari, ha fatto registrare numeri da capogiro rispetto ai circa 10 milioni raccolti durante le elezioni del 2020, anno in cui il gruppo era stato fondato.
A confermare l’opposizione di una parte dell’elettorato conservatore nei confronti del candidato GOP, fino al 4 settembre i RVAT hanno ricevuto oltre 6.200 donazioni da tutti i 50 Stati americani – anche se l’importo è ancora lontano dai circa 574 milioni raccolti da gruppi pro-Trump e dai più di 770 milioni ottenuti dalla vicepresidente Kamala Harris da quando ha preso il posto del presidente Joe Biden come candidato democratico.
Il gruppo è guidato dalla stratega conservatrice Sarah Longwell, che lo ha fondato insieme a Bill Kristol, ex membro delle amministrazioni Reagan e Bush, e Tim Miller, ex direttore della comunicazione per la campagna presidenziale fallita di Jeb Bush nel 2016 (anno in cui alla Casa Bianca arrivò proprio Trump). La settimana scorsa, i RVAT hanno lanciato una campagna pubblicitaria da 11 milioni di dollari in Arizona, Michigan, Pennsylvania, Wisconsin e nel secondo distretto congressuale del Nebraska, descritta da Longwell come l'”attacco iniziale” di una spinta autunnale a favore della campagna di Harris.
Non si è fatta attendere la risposta dello staff di Trump. Karoline Leavitt, segretaria stampa nazionale del candidato GOP, ha sostenuto che un voto per Harris equivale a un voto per “tasse più alte, inflazione, confini aperti e guerra”. Trump, dal canto suo, si è vantato di aver costruito il “movimento politico più grande e diversificato della storia” con un messaggio centrato sul “mettere l’America al primo posto”.
Ma i RVAT non sono soli. Altri gruppi, come Vote Common Good, appoggiano i democratici concentrandosi sugli elettori evangelici e cattolici sopra i 40 anni negli Stati chiave. Finora hanno raccolto 1,2 milioni di dollari dal 1° gennaio 2024. L’obiettivo è spostare il 5-10% degli elettori evangelici contro Trump negli Stati che decideranno le sorti elettorali del Paese.
Il Lincoln Project, un comitato d’azione politica formato nel 2019 da insider politici conservatori contrari a un secondo mandato di Trump, ha raccolto oltre 10 milioni di dollari nel ciclo elettorale 2023-2024. Un importo che, specificano, non è destinato direttamente alla campagna di Harris o ad altri candidati.
La maggior parte degli elettori repubblicani continua però a essere dalla parte di Trump per almeno l’80% della sua composizione complessiva. Chi si oppone al tycoon sostiene di farlo perché non considera il 78enne newyorkese adatto alla presidenza a causa del carattere irruento e delle numerose bugie raccontate in campagna elettorale. Tra queste ultime ci sono le accuse – dimostratesi infrondate – sul presunto consumo di animali animali domestici, come gatti e cani, da parte di immigrati africani e caraibici in Ohio.
Un video, pubblicato su Substack da Christopher Rufo, un noto scrittore e attivista conservatore, mostra quello che sembra essere un animale morto su una griglia. Il filmato, originariamente condiviso nell’agosto 2023, è stato descritto dal suo autore come la rappresentazione di un gatto (anche le immagini sono sfocate e non confermano chiaramente l’identità dell’animale).
Le accuse hanno guadagnato visibilità dopo che il senatore JD Vance dell’Ohio ha condiviso il filmato e definito la situazione “un’altra storia ‘smentita’ che si è rivelata essere vera”. Sul punto è però intervenuta fermamente la polizia di Dayton, che ha dichiarato che non ci sono prove che suggeriscano che alcun gruppo, inclusa la comunità immigrata, sia coinvolto nel consumo di animali domestici.
Il capo della polizia di Dayton, Kamran Afzal, ha descritto le accuse come “irresponsabili” e ha sottolineato la mancanza di rapporti che confermino le accuse. La dichiarazione è arrivata pochi giorni dopo altre accuse infondate riguardanti immigrati haitiani che avrebbero rapito e mangiato animali a Springfield, una città vicina (lo stesso Trump ha accennato all’episodio nel dibattito del 10 settembre con Kamala Harris).
Negli scorsi giorni sono state registrate minacce di bomba contro scuole e ospedali nella zona di Springfield – e all’Università di Wittenberg hanno dovuto adottare “precauzioni estreme” in risposta a una minaccia di sparatoria via email rivolta a membri della comunità haitiana. L’FBI, collaborando con la polizia di Springfield e l’Università di Wittenberg, sta investigando la credibilità delle minacce e coordinando le azioni investigative.