Ieri nel North Dakota è stato annullato il divieto pressoché totale di aborto che dal 2023 vigeva nello Stato.
Il giudice distrettuale Bruce Romanick, ha stabilito che le ampie garanzie di libertà personale nella Costituzione statale, creano alle donne il diritto fondamentale di abortire prima che un feto sia vitale. Nell’ordinanza la legge attuale è inoltre stata definita troppo vaga per essere applicata in modo equo.
Romanick, nella sua sentenza ha aggiunto: “C’è stato un tempo in cui abbiamo sbagliato e in cui le donne non avevano voce. Questo non deve continuare per sempre, e i sentimenti del passato, da soli, non devono governare il presente”.
Il giudice si era dovuto pronunciare in merito a una causa intentata nel 2022 dalla clinica Red River Women’s Clinic di Fargo, che era stata costretta a trasferirsi a Moorhead, nel Minnesota.
Il procuratore generale del GOP ha confermato che presenterà ricorso contro tale decisione, che dovrebbe entrare in vigore entro poche settimane. Nonostante il North Dakota non abbia più cliniche abortive sul suo territorio, i repubblicani sostengono che approvare nuovamente l’aborto porterebbe i medici, di fronte a un’emergenza sanitaria, a praticarlo anche quando non necessario.
La legislatura dello Stato, dopo che la sentenza della Corte suprema del 1973 Roe contro Wade, che aveva legalizzato l’interruzione di gravidanza in America a livello federale, era stata ribaltata il 24 giugno 2022, aveva rivisto le norme sulla materia. Attualmente la pratica è consentita soltanto nelle prime sei settimane per le gestazioni causate da stupro o incesto o successivamente solo in caso di specifiche emergenze mediche.
“La maggior parte delle corti supreme statali si è rifiutata di creare diritti costituzionali per le interruzioni pre-vitalità”, ha dichiarato Carolyn McDonnell, consulente legale dell’organizzazione Americans United for Life. “Hanno invece sancito che diventasse una questione politica”.
Anche i tribunali di altri 10 stati, tra cui California, Illinois e Kansas, hanno stabilito che le loro costituzioni statali debbano proteggere l’accesso all’aborto.