Analisi condotte dai chimici della Lipscomb University a Nashville in Tennessee, hanno rilevato la presenza di sostanze altamente tossiche nelle copertine illustrate di testi di epoca vittoriana (1837 – 1901) conservati nella biblioteca della stessa università. I risultati dello studio sono stati presentati al congresso dell’American Chemical Society.
Come si evince dallo studio, i ricercatori hanno impiegato diverse tecniche di analisi come la fluorescenza a raggi X, per verificare la presenza di arsenico e altri metalli pesanti, la spettroscopia di emissione ottica al plasma accoppiato induttivamente, per determinare la concentrazione di tali metalli, e la diffrazione a raggi X, per identificare le molecole di pigmento che li contengono. Quest’ultima tecnica non era mai stata applicata ai libri prima d’ora.
I risultati hanno rivelato la presenza di piombo e cromo in concentrazioni particolarmente elevate e pericolose in vari campioni. In alcuni casi si trattava di cromato di piombo, un pigmento giallo.
L’obiettivo dello studio è di dimostrare che alcuni libri dell’epoca, nonostante sia passato più di un secolo, sono ancora velenosi e potenzialmente pericolosi per chi li maneggia. Il motivo è da rintracciare nelle sostanze utilizzate per realizzare i coloranti delle copertine in tessuto che erano a base di piombo e cromo.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in Inghilterra, dove questi libri venivano prodotti e rilegati, si faceva largo uso di sostanze coloranti anche per realizzare le carte da parati che decoravano le case delle famiglie benestanti, ignare degli effetti nocivi che questi avevano sulla salute, soprattutto a livello respiratorio. Le ricostruzioni storiche hanno rivelato che per curare i sintomi delle misteriose malattie respiratorie si diffuse la “moda di andare al mare per curarsi” che ebbe un impatto formidabile nello lanciare l’industria balneare nella Gran Bretagna dell’epoca.
Ma per quanto riguarda i libri, questi sono ancora in circolazione tra collezionisti, musei e biblioteche pubbliche e università anche negli USA. Come sostiene la chimica Abigail Hoermann, tra gli autori principali dello studio: “Vogliamo trovare un modo per permettere a tutti di sapere con quali sostanze entra in contatto chi maneggia questi libri e come conservarli in modo sicuro”.
Nel frattempo, i libri esaminati dai chimici sono stati sigillati con la plastica e conservati, perché alcuni di essi contengono concentrazioni di piombo e di cromo da due a sei volte superiori rispetto ai limiti considerati accettabili per la sicurezza della salute, dalle autorità sanitarie statunitensi.