Le autorità venezuelane hanno emesso un mandato di arresto per l’ex candidato alla presidenza Edmundo González , che secondo gli Stati Uniti ed altri Paesi avrebbe battuto nettamente alle elezioni l’uomo più potete della nazione, Nicolás Maduro.
La Procura locale, dunque, in quello che è stato visto come l’ennesimo tentativo di indebolire ogni movimento d’opposizione, ha accusato González di aver commesso “crimini legati al terrorismo, reati di usurpazione di funzioni, falsificazione di documenti pubblici, istigazione a disobbedire alle leggi dello Stato, cospirazione, e sabotaggio per danneggiare i sistemi”. Subito dopo l’esito delle ultime elezioni, l’ormai ex candidato aveva contestato i risultati ufficiali, sostenendo di essere il vero vincitore e di essersi aggiudicato la presidenza con diversi voti di scarto sul presidente in carica.
“Questo codardo crede di essere al di sopra della legge”, ha invece dichiarato Maduro ai microfoni della tv di Stato, parlando del suo rivale, “ha la pretesa di dire che non riconosce la legge, che non riconosce nulla. Questo è inammissibile, non succede in nessun’altra parte del mondo”. Il presidente ha inoltre accusato González di non essersi presentato a nessuna delle tre convocazioni in tribunale, e di essersi “nascosto”.
Sulla controversa vicenda, è intervenuta anche María Corina Machado, altra leader dell’opposizione venezuelana, indagata dalla Procura per gli stessi crimini imputati al candidato delle ultime elezioni. Quest’ultima, con un post su X, ha dichiarato: “Hanno perso ogni contatto con la realtà. Minacciando il presidente eletto, non fanno altro che unirci ed aumentare il sostegno dei venezuelani e del resto del mondo nei confronti di Edmundo González. Serenità, coraggio e fermezza. Andiamo avanti”.

Nel frattempo, mentre il governo Maduro tenta di reprimere con ogni mezzo le forze politiche che potrebbero rappresentare una spina nel fianco, le relazioni tra il Paese e gli Stati Uniti continuano a deteriorarsi.
Nella giornata di ieri, gli USA, che non hanno riconosciuto la vittoria dell’attuale leader socialista, in carica dal 2013, hanno sequestrato l’aereo presidenziale, un Dassault Falcon 900, utilizzato in passato da Maduro per visite di Stato. Il velivolo, intercettato presso la Repubblica Dominicana, si trova ora a Miami, Florida.
Ma non è tutto: gli Stati Uniti, infatti, starebbero preparando una nuova serie di sanzioni tese a colpire funzionari di primo piano del governo venezuelano.
Dovrebbero essere almeno 15 le persone vicine a Maduro che saranno interessate dalle sanzioni in questione, tra cui membri dell’autorità elettorale, della Corte Suprema, del Parlamento, dei servizi segreti (Sebin) e del Controspionaggio militare (Dgcim).
I piani potrebbero essere ufficializzati già nel corso della settimana.