Secondo quanto affermato dai procuratori federali di Brooklyn, lo scorso mercoledì, una coppia di sviluppatori di software, identificati come Eliahou Paldiel, 52 anni, del Queens, e Carlos Arturo Suarez Palcios, 54 anni, di Brick Township nel New Jersey, è stata accusata di aver creato delle app in grado di facilitare gli autisti che utilizzano la piattaforma Uber a ingannare i clienti facendo pagare loro costi altissimi con tariffe falsificate. I due uomini sono stati incriminati di frode telematica federale e riciclaggio di denaro presso la Corte federale di Brooklyn. Come si legge nel Comunicato stampa del Dipartimento di Giustizia di New York, se condannati, rischiano fino a 20 anni di carcere per ciascuna delle due accuse.
Finora i federali contano che più di 800 conducenti hanno aderito alla truffa, svantaggiando quelli che, invece, lavorano onestamente.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i due avrebbero installato le app, nello specifico falsi GPS, direttamente sui cellulari che gli autisti usavano per lavorare sfruttando una versione obsoleta di Uber. In questo modo, il loro software personalizzato non sarebbe stato rilevato. Da casa propria, la coppia prendeva accordi per vendere questi telefoni manipolati al costo di 600 dollari ciascuno stipulando con il cliente-autista un contratto di 500 dollari al mese, più una tantum di 50 dollari per eventuali aggiornamenti.
Come si evince dal comunicato stampa, l’attività illegale è andata avanti “per quasi sei anni“, mettendo a rischio il “servizio di ride-sharing a livello nazionale“, offrendo “un ingiusto vantaggio finanziario“ a più di 800 persone e facendo guadagnare loro “più di 40 milioni di dollari“. L’FBI continuerà a indagare.