Qaid Farhan Alkadi, uno degli ostaggi rapiti durante l’attacco del 7 ottobre da Hamas, è stato liberato martedì dall’esercito israeliano in una rischiosa operazione militare nel sud della Striscia di Gaza. L’uomo, appartenente alla minoranza araba beduina di Israele, è stato salvato in un tunnel sotterraneo dopo 326 giorni di prigionia.
Alkadi, 52 anni, lavorava come guardia in una fabbrica nel Kibbutz Magen, uno degli insediamenti colpiti durante la serie di attacchi di Hamas che hanno provocato la risposta militare dello Stato ebraico nell’enclave palestinese. Padre di 11 figli, è stato il primo ostaggio a essere liberato da un tunnel. Le forze armate israeliane hanno rilasciato un video che mostra Alkadi subito dopo il salvataggio: visibilmente provato, non rasato e con indosso una canottiera bianca, mentre sorride ai soldati che lo hanno portato in salvo.
L’operazione è stata guidata dal Comando meridionale dell’Idf, dall’agenzia di sicurezza Shin Bet e dalla 162ma divisione dell’esercito. L’uomo sarebbe in buone condizioni di salute, secondo quanto riportano fonti locali.
L’operazione, definita “complessa” dai militari israeliani, è stata eseguita grazie a informazioni di intelligence precise, ma pochi altri dettagli sono stati resi noti. Non è chiaro ad esempio se ci siano state vittime, ma il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha sottolineato che Israele sfrutterà ogni occasione per riportare a casa gli ostaggi.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato con Alkadi appena arrivato in ospedale, assicurando che Israele continuerà a usare sia le operazioni di salvataggio sia le trattative per riportare a casa tutti gli ostaggi. “Entrambe le vie richiedono la nostra presenza militare sul campo e una pressione incessante su Hamas”, ha dichiarato Netanyahu.
La famiglia di Alkadi lo ha incontrato nell’ospedale di Beersheba, dove l’uomo è stato trasferito per controlli medici. Tra i presenti, uno dei fratelli di Alkadi ha tenuto in braccio il figlio neonato di Qaid, nato durante la sua prigionia e mai incontrato dal padre. “Siamo così felici di poterlo abbracciare e dirgli che siamo tutti qui per lui,” ha dichiarato.
Israele crede che circa 108 ostaggi siano ancora detenuti a Gaza, di cui più di 40 sarebbero già morti. La maggior parte degli ostaggi rimasti è stata liberata durante un cessate il fuoco di una settimana a novembre, in cambio della liberazione di un numero superiore di prigionieri palestinesi. I negoziati internazionali, mediati da Stati Uniti, Egitto e Qatar, non sono ancora riusciti a raggiungere un accordo per la liberazione degli ultimi israeliani nelle mani di Hamas.
Il conflitto a Gaza continua intanto a mietere vittime. Gli attacchi aerei israeliani di martedì hanno causato la morte di almeno 18 persone nella Striscia, inclusi otto bambini. Da ottobre, oltre 40.000 palestinesi sono stati uccisi, secondo le autorità locali, e il 90% della popolazione di Gaza è rimasta sfollata a causa dei bombardamenti.