La notizia colpisce gli utilizzatori di Telegram – cioè una bella fetta dell’umanità. Il fondatore e CEO del canale di messaggistica e comunicazione online, Pavel Durov, è stato arrestato dalla polizia francese all’aeroporto di Le Bourget, piccolo scalo a nord della capitale dove atterrano molti aerei privati.
Durov, 39 anni, era a bordo del suo jet in arrivo dall’Azerbaigian. Era inserito nel fascicolo delle persone ricercate, con un ‘mandato di ricerca’ francese, spiccato sulla base di un’indagine preliminare. I capi di imputazione sarebbero collegati ad accuse di complicità per la piattaforma in casi di pedofilia, frode e traffico di droga.
L’ambasciata di Russia in Francia ha preso “provvedimenti immediati” per chiarire la situazione secondo l’agenzia di stato russa TASS. Ma Durov non vive in Russia da dieci anni e i suoi rapporti con la madrepatria sono complessi; ha la cittadinanza francese e degli Emirati Arabi Uniti e vive a Dubai, attuale sede di Telegram.
Aveva fondato in Russia la compagnia nel 2013 assieme al fratello Nikolai, e l’anno successivo ha lasciato il paese dopo aver ricevuto pressioni dal governo perché chiudesse le comunità dei dissidenti sulla sua piattaforma social VKontakte, che poi ha venduto.
La Russia ha messo al bando Telegram nel 2018 dopo che Durov ha rifiutato di consegnare dati degli utenti, ma il bando è stato revocato nel 2021 e l’app è molto popolare fra i russi e i cittadini della ex area sovietica. Telegram però è nota in tutto il mondo, considerata una delle maggiori piattaforme social dopo Facebook, YouTube, Whatsapp, Instagram, TikTok e Wechat.
La pandemia di coronavirus e la necessità di tenere conversazioni e riunioni online l’ha fatta decollare. Telegram offre messaggi crittati per singoli e gruppi, e gli utenti possono anche aprire un “canale” personale tramite cui diffondere informazioni ai followers. Ha circa 900 milioni di utenti attivi.
Durov secondo Forbes ha una fortuna personale di 15,5 miliardi di dollari.