Dopo le proteste dei giorni scorsi, ad Haiti è stato prolungato per un altro mese lo stato d’emergenza.
Un centinaio di persone era sceso in strada nella capitale Port-au-Prince per chiedere azioni più efficaci e rapide nei confronti delle bande criminali che hanno preso ormai da mesi il controllo di alcuni quartieri.
I manifestanti, molti dei quali a volto coperto, hanno dato alle fiamme pneumatici e bloccato la circolazione per esprimere la loro rabbia e frustrazione.
Momenti di tensione si sono verificati quando le forze dell’ordine, nel tentativo di bloccare la rivolta, hanno lanciato gas lacrimogeni.
Il governo, in seguito, ha notificato che lo stato emergenziale sarebbe proseguito in diverse zone del Paese per “facilitare il ripristino dell’ordine pubblico, della pace sociale e della sicurezza”. Nella nota si “informava” inoltre che le aree interessate dal nuovo ordine di coprifuoco erano: Artibonite al centro e Nippes al Sud, ai quali si collegano i distretti settentrionali di Plaisance e Limbè, oltre alla capitale.
I media locali hanno riferito che gli ultimi attacchi delle gang a Solino sono stati effettuati da una coalizione guidata da Kempes Sanon, un criminale già condannato e evaso dal carcere, nel tentativo di prendere il controllo di una via strategica che porta all’aeroporto internazionale..
Dopo l’uccisione del presidente Jovenel Moïse, nel 2021, le bande hanno trascinato il Paese in una spirale di violenza e controllano attualmente circa l’80% di Port-au-Prince.
Nonostante l’impegno da parte del primo ministro Garry Conille nel voler ripristinare la sicurezza e l’arrivo di circa 400 agenti di polizia kenioti, come parte di una missione sostenuta dalle Nazioni Unite, non sono ancora stati ottenuti risultati significativi.
Catherine Russell, direttrice generale dell’UNICEF, ha dichiarato che nel 2024 la violenza nella nazione caraibica si è intensificata e, dall’inizio dell’anno, oltre 2.500 persone sono già state uccise, ferite o rapite e circa 180 mila bambini risultano sfollati.
Intanto gli Stati Uniti hanno accusato e sanzionato l’ex presidente Michel Joseph Martelly, che ha guidato Haiti dal 2011 al 2016, per aver facilitato, grazie al suo ruolo, il traffico di droga verso l’America e aver finanziato le bande per creare instabilità.
Il sottosegretario ad interim per il terrorismo e l’intelligence finanziaria del Dipartimento Americano del Tesoro, Bradley T. Smith, ha precisato che l’azione “sottolinea il ruolo significativo e destabilizzante che le élite politiche corrotte hanno svolto nella crisi in corso ad Haiti”.
Martelly è stato coinvolto in un procedimento analogo anche dal governo canadese nel novembre 2022 e raggiunto a gennaio da un mandato d’arresto emesso da un giudice haitiano. Il politico assieme ad altri 30 funzionari è stato accusato di corruzione governativa.