Chicago, la città ventosa, si prepara alla festa dei 50.000 ospiti.
La sicurezza garantita da migliaia di agenti non vuole rovinarla con manifestazioni e disordini che ancora non ci sono stati e forse non ci saranno.
Dovrà essere almeno nel giorno d’inizio non solo la grande festa di Kamala Harris, ma anche di Joe Biden che lascia il campo come un presidente amato, ma soprattutto come un grande signore della politica.
Sulle bancarelle scompare il suo nome ed è già pronto il cambio. Costa 100 dollari la nuovissima borsa con la faccia scura e sorridente di Harris su tela plasticata. Anita ne ha già vendute 5 e sono solo le dieci di mattina. La Convention Democratica che è iniziata nella notte col grande tributo e l’addio di Joe sta trasmettendo un senso di gioia ed entusiasmo, che un mese fa nessuno riteneva più possibile se il vecchio presidente fosse rimasto in corsa. Ma il sacrificio politico (sicuramente non del tutto spontaneo) sembra aver rilanciato il partito e messo le condizioni per rivincere la Casa Bianca a novembre con la torcia passata nelle mani della prima donna presidente e nera della storia americana.

I quasi 5.000 delegati non nascondono l’eccitazione. I 15.000 giornalisti, invece, per ore sotto il caldo nelle lunghissime file per gli accrediti e i controlli di sicurezza sudano e basta. Ma il clima è di ottimismo rilassato e di attesa per quello che dirà Biden nel suo commiato, perché vuol far sapere che è lui il vero padrino di Harris e non chi voleva azzerare tutte le primarie democratiche per una Convention aperta e sanguinaria. Adesso i dem si dicono super compatti dietro la nuova agenda che Biden ha realizzato e Harris ha fatto propria prendendo le cose più popolari, come la riduzione del costo dei farmaci, la cancellazione del debito studentesco, il diritto all’aborto, il rispetto e regole più ferree per i migranti e naturalmente la spesso dimentica lotta per i cambiamenti climatici.
I delegati l’hanno già approvata nella sua stesura di 90 pagine lasciando, però, al discorso di chiusura e investitura di Harris un ulteriore paragrafo della riduzione delle tasse per il ceto medio con i 6.000 dollari di c redito per le famiglie con bambini e i 25.000 dollari di bonus per chi acquista la prima casa.
Dentro e fuori il palazzetto dello sport della Convention e nei grand Ballroom dei super alberghi della chicago muscolosa e ventosa che si affaccia sul lago, i grandi donatori e i delegati si mischiano e si confrontano per quella che sentono ormai come una vittoria di novembre insperata ma che stando ai sondaggi sempre più netti sembra in alcuni di loro portare il vantaggio della Hafrris e di Walz fuori dal margine di errore.
Anche Hillary Clinton ha parlato nella notte per ricordare ai democratici che la vittoria che era sfuggita a lei nel 2016, a Harris non dovrebbe sfuggire più.
E fra salottini e cene ristrette il nuovo team elettorale discute anche di nomi e di possibili ministri per il dopo Biden. La posizione di ministro degli Esteri e della difesa sono molto gettonate ma corre anche voce che Kamala Harris possa volere una continuità con l’attuale Casa Bianca per segnare la linea tracciata da Biden nel suo primo mandato.

Nei grandi alberghi il partito democratico è super compatto per questi 4 giorni e l’unica voce fuori dal coro è quella di un camioncino col faccione di Robert Kennedy che si presenta come indipendente e circola nelle strade semivuote con una musichetta da carrettino dei gelati.
La parola d’ordine è diventata pragmatismo e inclusività. Sul palco parleranno anche i “Republicans for Harris” e i “Christians for Kamala” che si sono distaccati dai fanatici dei MAGA e non vogliono votare Trump perché lo ritengono anche loro un rischio per la democrazia.
Al Cormack Center negli stanzoni del Dempalooza Expo che è aperto al pubblico giovani i militanti e anche i leader del partito che vogliono candidarsi in futuro affrontano il dibattito popolare sulla piattaforma dem alla vecchia maniera.
A cinquecento metri da loro e a 6 chilometri dal United Center dove si svolge la Convention migliaia di dimostranti irriducibili che appartengono al movimento “Beyond Enemy lines” e marciano su Michigan Avenue invece gridano contro Biden per il “genocidio dei palestinesi” e non hanno alcuna intenzione di abbracciare Harris se non arriveranno prima la tregua e il rilascio dei prigionieri.
Biden non rimarrà a Chicago ma volerà a Los Angeles dopo il passaggio del testimone senza rimanere fino alla conclusione dei lavori. La sua storica rinuncia sicuramente pesa e ha comportato grande amarezza per il presidente che da grande statista non si è tolto sassolini dalle scarpe nel suo appassionato discorso di addio.