Il Governo talebano dell’Afghanistan ha annunciato martedì che non riconoscerà più le missioni diplomatiche afghane all’estero istituite dal precedente esecutivo filo-occidentale, invalidando passaporti e visti emessi dai suddetti organi.
In una dichiarazione pubblicata su X, il ministero degli Esteri talebano ha precisato che i documenti rilasciati dalle missioni diplomatiche a Londra, Berlino, Bruxelles, Bonn, Svizzera, Austria, Francia, Italia, Grecia, Polonia, Australia, Svezia, Canada e Norvegia non saranno più riconosciuti e che il ministero “non si assume alcuna responsabilità” per passaporti, visti, registrazioni, ed altri atti pubblici.
Gli afghani residenti nei suddetti Paesi dovranno invece rivolgersi alle ambasciate e ai consolati controllati dall’amministrazione talebana, ufficialmente nota come l’Emirato Islamico dell’Afghanistan.
Dal ritorno al potere nell’estate del 2021, i talebani hanno strenuamente cercato di consolidare la loro posizione internazionale nonostante le sanzioni imposte su molti dei propri leader e la mancanza di legittimità ufficiale da parte della comunità internazionale. Al momento solo la Cina considera l’Emirato come uno Stato legittimo, mentre altre missioni diplomatiche ufficiose sono attive in Emirati Arabi Uniti, Kazakistan, India, Iran, Malaysia, Pakistan, Qatar, Russia e Turkmenistan.
Lo scorso ottobre, le ambasciate afghane in Spagna e nei Paesi Bassi hanno dichiarato di “stare lavorando” con le autorità talebane – diventando di fatto le due sedi di riferimento per gli afghani residenti in Europa.
Attualmente, il seggio di Kabul alle Nazioni Unite è invece ancora detenuto dal governo dell’ex presidente Ashraf Ghani.
Il riconoscimento ufficiale del regime teocratico rimane tuttavia un obiettivo piuttosto arduo da raggiungere a causa della discriminazione sistematica nei confronti delle donne. A confermarlo è stata martedì la chiusura imposta dai talebani a un’ONG con dipendenti di sesso femminile, secondo quanto riportato dalla missione delle Nazioni Unite in Afghanistan. L’ufficio è stato riaperto poche ore dopo in seguito a una dichiarazione ufficiale con cui il gruppo si è impegnato a non permettere più la presenza di donne al lavoro.