Uno studio condotto di recente dalla University of Michigan e dalla St. Edward’s University ha dimostrato che uno dei motivi per cui gli atleti sono riusciti a battere diversi record nell’atletica leggera alle Olimpiadi di Tokyo 2021, e che probabilmente replicheranno in questi giorni a Parigi, è la composizione delle scarpe da corsa super spike.
A differenza delle scarpe da corsa di ultimissima generazione, le super spike sono formate da chiodi – gli “spike”, appunto – che migliorano la prestazione o, meglio, aumentano l’economia di corsa, cioè l’efficienza con cui un atleta utilizza l’ossigeno. Dallo studio emerge che, con questo nuovo modello ai piedi, i corridori sono stati più performanti con una crescita del 2% nell’economia di corsa.
Per esempio, se un atleta indossando delle comuni scarpe da corsa completa i 10.000 metri – la gara su pista più lunga – in 30 minuti, con le super spike migliorerebbe i tempi di almeno 30 secondi. Per chi compete alle Olimpiadi questo vantaggio “potrebbe fare la differenza tra il contendere una medaglia e il non qualificarsi nemmeno per i Giochi”, ha detto Geoff Burns, co-autore dello studio, professore di kinesiologia e fisiologo dello sport presso il Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti.
Secondo Burns, la maggior parte degli atleti a Parigi userà le super spike, dato che diversi sponsor hanno cominciato a produrle rispetto a un paio di anni fa. Soprattutto dopo le polemiche nate durante i Giochi di Tokyo, quando chi non ha avuto possibilità di indossarle le aveva definite come uno “svantaggio sleale”. E chi, invece, ce le aveva in gara ha cercato di sminuire il loro “potere”.