Scende la pioggia ma che fa cantava tanti anni fa Gianni Morandi: nulla, secondo i turisti entusiasti a Parigi dopo la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici 2024, americani inglesi spagnoli che parlano di “organizzazione monumentale”, “evento straordinario”… peccato che dopo il lungo spettacolo, quattro ore buone, le polemiche fioriscano. In primo luogo proprio per la pioggia, ospite indesiderata e a quanto pare inattesa. Ma sotto i riflettori ci sono anche le parti della cerimonia della laica Francia che celebravano l’amore LGBTQ+ e uno sketch sull’Ultima Cena con le drag queen che non va proprio giù ai conservatori.
A farne le spese: tutti, tranne il presidente Emmanuel Macron e le autorità olimpiche che erano protetti da una tettoia. Ma gli altri: cominciamo coi capi di Stato e di governo e gli ospiti di riguardo nella tribuna d’onore, allo scoperto. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha resistito stoicamente, 82 anni e unico riparo un poncho trasparente, fino all’arrivo della barca con gli atleti italiani. Era inevitabile?

No, assicura Marco Balich, gran maestro cerimoniere, veneziano, milanese, americano, che di inaugurazioni olimpiche ne ha organizzate 14 (fra estate e inverno, Olimpiadi e Paralimpiadi). Intervistato da RaiRadioUno, dichiara che l’idea della cerimonia all’aperto col coinvolgimento di tutta la città era splendida, “con alcune falle di realizzazione”. In effetti, almeno un tetto alla tribuna d’onore si poteva prevedere.

Poi, gli atleti: ore sotto la pioggia battente nelle imbarcazioni che sfilavano lungo la Senna, e a parte il rischio raffreddore, speriamo tenuto a bada dall’entusiasmo, c’è chi lamenta che abbiano avuto poco spazio rispetto alla celebrazione della cultura e dell’arte francesi.
Ma la pioggia se la sono presa tutta anche i numerosissimi artisti coinvolti, noti e meno noti, da Lady Gaga (che cantava Zizi Jeanmaire) al pianista Alexandre Kantarow, all’étoile dell’Opéra Guillaume Diop, agli acrobati in strada e sulle impalcature di Notre Dame, al gruppo di death metal francese Gojira, alla celeberrima popstar franco-maliana Akya Nakamura che ha reinterpretato Aznavour, fino a Céline Dion con l’Hyme à l’Amour di Edith Piaf. La pioggia, democratica, ha bagnato i danzatori sulla chiatta e Juliette Armanet alla deriva sulla Senna che cantava Imagine, ha inondato i pianoforti e inzuppato gli strumenti orchestrali (immaginiamo la sofferenza degli strumentisti; avranno scelto dei muletti, ma anche così… chi li ripaga?)

Ha sferzato anche quattro leggende dello sport, Nadia Comaneci, Serena Williams, Carl Lewis e Rafa Nadal, sballottati dalle onde della Senna per un buon quarto d’ora in piedi su un motoscafo per il penultimo tratto della torcia olimpica. La tennista Usa, in Dolce & Gabbana rosso ma giustamente con le infradito, appariva scossa e non molto divertita; gli altri facevano buon viso a cattivo gioco ma avranno salutato con sollievo l’arrivo.

Pioggia a parte, di polemiche ne sono sorte altre. I social sono un florilegio con la solita polarizzazione: chi è ammaliato dalla poesia della serata, chi considera irrimediabilmente di cattivo gusto uno spettacolo dedicato tutto sommato alla celebrazione della Francia più che dello sport.
Però era uno spettacolo inclusivo, con francesi di origini straniere, forti sottolineature sulla parità, ampie aperture agli artisti queer… fra cui una Ultima Cena rappresentata da drag queen che sta scatenando il mondo conservatore in Francia, negli Stati Uniti e anche in Italia. Sempre moderato il vicepremier italiano Matteo Salvini: “Aprire le Olimpiadi insultando miliardi di cristiani nel mondo è stato davvero un pessimo inizio, cari francesi. Squallidi”. La tocca piano anche Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità del governo Meloni, che scrive su Facebook “Uno spettacolo ‘international style’, molto discutibile e ben poco inclusivo: se il direttore artistico Thomas Jolly voleva che ‘ciascuno si sentisse rappresentato’, il risultato è stato l’opposto: tanti, troppi si sono sentiti emarginati e soprattutto non rispettati nelle diverse sensibilità”. Una nota della Conferenza episcopale francese parla di “scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente”. In Usa, gli hashtag #Christian e #LastSupper erano in cima ai trend di X.
E poi c’è stato il video dei tre ragazzi (due lui, una lei) vestiti di colori pastello che si rincorrevano per le strade della capitale dopo essersi immersi alla Biblioteca Nazionale in romanzi e poesie d’amore della letteratura francese, e finivano in un appartamento con chiari intenti ludico-erotici (ma chiudendo la porta agli spettatori). Celebrazione di Parigi come città dell’amore, ma LGBT-friendly. Scalpore in Cina: la tv di Stato CCTV, che ha trasmesso la cerimonia, non ha oscurato questo video né gli artisti queer né le drag queen dell’ultima cena, offrendo alla popolazione un rarissimo spiraglio su argomenti generalmente tabù.