È possibile riformare la Corte Suprema degli Stati Uniti? Joe Biden intende provarci: il presidente ne ha parlato in un discorso dallo Studio Ovale all’inizio della settimana e dovrebbe annunciarlo lunedì 29 luglio, a quanto afferma il sito Politico, citando due fonti ben informate. I punti principali della riforma: porre un limite temporale al mandato dei giudici (oggi sono nominati a vita, come il Papa…) e la creazione di un codice etico vincolante (non meramente indicativo come quello da poco approvato, che non prevede sanzioni).
I nove giudici (il numero è convenzionale ma consolidato da lunga tradizione) sono al momento scelti dal Presidente e confermati da una Commissione del Senato. Questo significa che l’organo più alto della giustizia statunitense è fondamentalmente politico, diviso fra giudici di nomina repubblicana e di nomina democratica: se la maggioranza parlamentare ha lo stesso segno della Casa Bianca, nulla blocca la scelta di giudici politicamente orientati… salvo la disponibilità di seggi da riempire, se nessuno muore o si dimette.
Così Donald Trump nel suo mandato (2016-2020) avendo il Parlamento dalla sua parte è riuscito a nominare tre giudici conservatori che hanno cambiato l’orientamento dell’Alta Corte: risultato, nel 2022 hanno abolito la tutela federale dell’interruzione di gravidanza (sancita fin dal 1973 da un’altra sentenza, la Roe v. Wade; adesso la libertà d’aborto è a discrezione dei singoli Stati dell’Unione); e all’inizio del luglio di quest’anno, in merito all’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, hanno sancito una “immunità parziale” per il Presidente (e quindi per Donald Trump), solo per le azioni svolte nell’esercizio della sua carica, il che lascia ampissimi margini di valutazione per i giudici di corti inferiori chiamati a decidere su eventuali reati.

Secondo Politico, non a caso, Biden dovrebbe annunciare anche un emendamento costituzionale per limitare l’immunità dei Presidenti e di altre cariche elette.
L’annuncio dovrebbe giungere nel corso di un discorso in Texas e le misure proposte da Biden potrebbero essere diverse da quelle lasciate trapelare.
Il nuovo codice etico della Corte Suprema è stato varato quest’anno; se ne parlava da tempo ma la questione è diventata urgente dopo la notizia che il giudice Clarence Thomas (repubblicano) non aveva denunciato alcune vacanze di lusso pagate da un finanziatore del Grand Old Party.
Questa settimana, Elena Kagan, giudice di nomina democratica, ne ha parlato in un seminario a cui partecipavano oltre 150 magistrati, avvocati e dipendenti di tribunale. “Si può criticare il fatto che le regole di solito hanno dei meccanismi attuativi per farle rispettare, mentre questo codice etico non ne ha” ha detto Kagan.
Non stupisce che, secondo i sondaggi, la fiducia degli elettori nell’imparzialità della Corte Suprema sia in calo costante. Secondo un sondaggio realizzato in giugno da Associated Press-Norc Center for Public Affairs Research, quattro adulti su 10 non hanno alcuna fiducia nella Corte, e il 70% crede che i magistrati dell’alta istanza siano guidati più da considerazioni ideologiche che da spirito imparziale.