“More than an Athlete” è uno degli slogan più diffusi tra i giocatori della NBA maggiormente impegnati nel sociale e politicamente. In tal senso, Stephen Curry, fenomenale stella dei Golden State Warriors e della nazionale statunitense, nonché miglior tiratore da 3 della storia della lega, è sempre stato più di un semplice atleta.
Il nativo di Akron, Ohio (si, proprio come Lebron), nel corso della sua carriera si è sempre espresso su tematiche alquanto complesse o comunque scomode, dalle quali molti professionisti, anche per motivi legati ai rispettivi sponsor, cercano di restare lontani.
Nella sua prima conferenza stampa a Parigi, dove farà il suo debutto assoluto alle Olimpiadi, il numero 30 dei Warriors stavolta, oltre che di basket, ha parlato della campagna elettorale statunitense, stravolta dal ritiro di Joe Biden e dalla candidatura di Kamala Harris. Per l’occasione, Steph, ha voluto conferire il suo personalissimo “endorsment” all’attuale vicepresidente americana, tra le altre cose originaria di Oakland e da sempre tifosissima di Golden State.
“È sicuramente un momento molto interessante per il nostro Paese”, ha dichiarato Curry a una folla di diverse centinaia di giornalisti, “la vicepresidente Harris è pronta a portare la sua energia in questa campagna e, se sarà in lizza, a vincere le elezioni. È una cosa importante, assolutamente”.

Harris, che all’inizio del mese ha fatto visita a Team USA presso il campo di allenamento di Las Vegas, ha sviluppato negli anni un rapporto amichevole con la stella dei Warriors, basato in gran parte sui loro profondi legami con San Francisco e sulle loro opinioni politiche.
“Lei rappresenta la Bay Area”, ha aggiunto Steph, “È stata una nostra grande sostenitrice, quindi voglio restituirle questa energia. Qui rappresentiamo il nostro Paese e i prossimi due mesi saranno davvero fondamentali per il nostro futuro. Speriamo che questo sia un ottimo modo per continuare a tenere unita la nazione. Lo sport lega molte persone. Per lei, in questo momento in cui il Paese è così diviso, sapendo cosa ci aspetta, si tratta di energia positiva e ottimismo. Sono entusiasta del viaggio che l’attende”.
Non è la prima volta che il numero 30 di Golden State si espone così tanto in prima persona. Nel 2017, dopo la conquista del secondo titolo NBA in 3 anni, Steph e compagni boicottarono la tradizionale visita alla Casa Bianca. Al tempo, l’”inquilino” del 1600 di Pennsylvania Avenue era un certo Donald Trump.
Non stupisce, dunque, che se la Harris si aggiudicherà la nomination democratica, riceverà senza alcuna ombra di dubbio l’”assist” del capitano della sua squadra del cuore.