Una commissione del Pentagono rivedrà le medaglie d’onore assegnate ai soldati che presero parte al massacro di Wounded Knee, avvenuto il 29 dicembre 1890.
Nella strage avvenuta nella riserva indiana di Pine Ridge del South Dakota, vicino al torrente Wounded Knee, centinaia di soldati dell’esercito statunitense accerchiarono i nativi americani Lakota prima che il rumore di uno sparo desse inizio a una vera e propria carneficina.
Meno di 40 soldati furono uccisi (alcuni da fuoco amico, secondo gli storici), mentre le stime dei morti Lakota variano tra 200 e 300 o più, a seconda delle fonti. Dopo che alcuni dei corpi rimasero congelati a terra per diversi giorni, una squadra di sepoltura guidata dai militari li scaricò in una fossa comune.
L’annuncio del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, arrivato mercoledì, precisa che l’obiettivo della revisione è “assicurarsi che nessun premiato sia stato riconosciuto per comportamenti non coerenti con il massimo onore militare della nazione”. Venti soldati del Settimo Cavalleggeri ricevettero le medaglie, secondo gli storici.
La decisione arriva dopo anni di attivismo da parte dei Lakota, tra cui discendenti dei sopravvissuti al massacro come Oliver “OJ” Semans, membro della Tribù Rosebud Sioux, che insieme alla moglie Barb e alla loro organizzazione non-profit Four Directions si è speso personalmente per la causa.
Il memorandum del segretario alla Difesa Lloyd Austin incarica il sottosegretario per il personale e la prontezza operativa di convocare un gruppo di cinque esperti, inclusi due del Dipartimento degli Interni. La commissione dovrà inviare un rapporto scritto ad Austin entro il 15 ottobre con raccomandazioni e motivazioni per mantenere o revocare ciascuna delle medaglie. Austin presenterà poi le sue raccomandazioni al presidente.
In un comunicato stampa, il Dipartimento della Difesa ha citato un “alto funzionario della difesa” che ha dichiarato che “non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta”.