“La storia ci guarda, questa è una gara che i democratici possono e devono vincere”. Hillary Clinton perora la causa di Kamala Harris alla Casa Bianca con un editoriale sul New York Times, elencando – anche se non la mette così – tutte le ragioni per cui il clan Clinton ha fatto pressione perché Joe Biden si ritirasse. Anzi, a Biden l’ex candidata alla Casa Bianca dedica parole appassionate, definendolo un vero eroe, perché si è fatto da parte per il bene del paese.
Harris “ha talento, esperienza ed è pronta ad essere presidente, so che può sconfiggere Trump”. La scelta è più netta di prima: “da una parte un criminale condannato che pensa solo al proprio interesse e vuole far tornare indietro i nostri diritti e il nostro paese. Dall’altro, una sapiente ex magistrata e vicepresidente di successo che incarna la nostra speranza che i giorni migliori dell’America debbano ancora venire”.
Clinton sposa così lo slogan “indietro non si torna” che sta già diventando il mantra della campagna Harris. Contro di lei ci saranno calunnie e pregiudizi, avverte, “dai megafoni MAGA”, e tutti devono stare attenti a cosa leggono e condividono. Poi un pensiero per le donne: “So quanto sia duro per le candidate forti combattere il sessismo e i doppi standard della politica americana. Mi hanno chiamato una strega, una “nasty woman” e molto di peggio. Da candidata evitavo di parlare di “fare la storia”, non ero sicura che gli elettori fossero pronti…” ma è orgogliosa, dice, che le sue due campagne presidenziali abbiano fatto apparire normale che ci sia una donna in corsa.
Ma Kamala Harris “affronta una sfida unica come prima donna nera e del sud est asiatico. Ma non dobbiamo avere paura. Il movimento può diventare un’onda inarrestabile”. E ancora, “Aspetto con ansia di sentirla presentare il suo caso contro Trump, fallito come presidente al primo mandato e adesso propugnatore di un’agenda pericolosa. Un secondo mandato Trump sarebbe assai peggio del primo: i suoi progetti sono più estremi, lui è più scatenato, i paletti che bloccavano alcuni dei suoi peggiori istinti sono scomparsi”.
E Hillary Clinton conclude, “è finito il tempo di stracciarsi le vesti. Ora è il momento di organizzarsi, mobilitarsi e vincere”.