Nelle ultime settimane, l’Aviaria è tonata a far paura anche al mondo Occidentale. Negli Stati Uniti, ad esempio, quattro individui hanno contratto l’influenza: tutte le persone in questione, residenti in Colorado, sono lavoratori coinvolti nello spopolamento dei polli di un impianto in cui si era verificata un’epidemia di virus H5N1, il patogeno che circola tra gli uccelli selvatici e che ha contagiato i bovini da latte in diversi stati americani. Si tratta dei primi casi umani registrati negli USA negli ultimi due anni. Vista la crescente preoccupazione in Occidente, per l’occasione è intervenuto ai microfoni de La Voce di New York il professore Matteo Bassetti, Direttore della clinica Malattie Infettive dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, nonché docente presso l’Università locale, divenuto noto al grande pubblico durante il periodo della pandemia.
Professore, ad oggi quanti casi di Aviaria si contano nel mondo e quali conseguenze potrebbe comportare questa influenza per l’uomo?
I primi casi vennero fuori all’inizio degli anni 2000, nel Sud est asiatico. In questi 20 anni, ci sono state svariate centinaia di persone che hanno contratto la malattia. Oggi il problema sembra essersi spostato verso l’Ovest, interessando i mammiferi che generalmente sono più vicini agli umani. Ciò, naturalmente, comporta una possibilità maggiore per le persone di ammalarsi. Al momento, fortunatamente, i rischi per l’uomo sono piuttosto bassi. Tuttavia, se il virus dovesse mutare ancora, potrebbe scoppiare una nuova pandemia. Il pericolo c’è.
Secondo lei l’OMS ha già un piano per prevenire tale scenario?
Al momento si sta procedendo in modo disordinato. Una idea di base c’è, ma bisogna collaborare a livello internazionale, con eventuali piani vaccinali, farmaci, o con veri e propri piani nazionali. Insomma, bisogna organizzarsi.
Lei cosa farebbe nell’immediato?
La cosa importante è spiegare alla gente che queste sono cose che succedono, che non esiste nessun complotto. Bisogna parlare con le persone, spiegare loro che cos’è questa influenza, come si può contrarre e quali rischi comporta. Per fare ciò, occorre essere compatti, senza lasciarsi prendere la mano da divisioni politiche o di qualsiasi altra natura.
Per scongiurare una nuova pandemia, ci sono degli insegnamenti che possiamo trarre dagli ultimi anni, contraddistinti dal Covid-19?
Innanzitutto, non bisogna commettere gli errori del recente passato. E da un certo punto di vista, il fatto che ora l’influenza sia stata riscontrata negli Stati Uniti mi “tranquillizza”, perché significa che stavolta non verrà nascosto nulla, a differenza di quanto accaduto qualche anno fa.