Alla fine Joe Biden ha gettato la spugna, annunciando con una lettera che non si candiderà per un secondo mandato. La Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente tra pochi giorni terrà un discorso alla nazione. Con un post successivo l’81enne dem ha dato il suo appoggio politico a Kamala Harris, la sua “delfina”.
“È stato il più grande onore della mia vita – scrive Biden – servire come presidente. E anche se era mia intenzione cercare la rielezione, credo che sia nel miglior interesse del mio partito e del Paese ritirami e concentrarmi solamente sui compiti da presidente per il resto del mandato”.
Biden si trova nella sua casa al mare a Rehoboth, in Delaware, dove sta trascorrendo la sua convalescenza per il Covid-19. I sondaggi, dopo la sua terribile performance al dibattito con l’ex presidente Donald Trump, sono stati spietati. Il suo passo insicuro, i suoi lapsus, hanno rafforzato le tesi dell’accusa secondo cui con i suoi 81 anni sia già troppo anziano, e gli elettori democratici non ritengono che abbia più quella lucidità necessaria per confrontarsi con i difficili problemi del Paese.
Per troppo tempo non ha accettato che la sua brillante e lunghissima carriera politica fosse arrivata al capolinea. I messaggi dei parlamentari che lo invitavano a ripensare alla sua candidatura per un secondo mandato, per troppo tempo, non sono stati ascoltati. Alla fine, si è dovuto arrendere quando nelle casse della sua campagna elettorale non affluivano più donazioni.
L’ultimo colpo glielo ha tirato questa mattina il suo vecchio amico Joe Manchin, il senatore della Virginia occidentale con cui il presidente, quando era al Senato, ha diviso epiche battaglie. Prendendo parte ad alcuni programmi domenicali di approfondimento politico Manchin aveva detto che era arrivato il tempo “che il presidente passi il testimone alle nuove generazioni”. Poche ore dopo c’è stato l’annuncio.
La decisione di Joe Biden scompiglia non solo la campagna elettorale dei democratici, ma anche quella del team Trump-Vance. Per mesi l’ex presidente ha accusato l’inquilino della Casa Bianca di non essere più capace di ricoprire la carica. Sbeffeggiandolo per il suo passo incerto, la sua balbuzie, i suoi lapsus. Ora è venuto meno il bersaglio facile.
Quasi sicuramente se la dovrà vedere con Kamala Harris, più giovane di lui di quasi 20 anni. E deve riaggiustare la sua strategia, ma deve stare molto, molto attento a non appiccare le fiamme razziste e della misoginia. Kamala Harris è una fiera sostenitrice dei diritti delle donne sulla maternità, è la prima donna vicepresidente ed è una donna nera figlia di un giamaicano e di una indiana. Il suo carnet politico è pieno di interventi a favore delle minoranze, dell’ambiente, della parità dei diritti. È stata senatrice e Attorney General della California.
Tutto da capire ora cosa succederà nei prossimi giorni, anche se con l’endorsement di Biden ora è di fatto la candidata alla Casa Bianca. “Sono onorata, mi guadagnerò la nomination e batterò Trump” ha detto la vicepresidente. “Abbiamo 107 giorni da qui alle elezioni, uniamoci e vinciamo”.
Buona parte degli elettori sembra essere con lei. Lo staff della vicepresidente ha dichiarato lunedì mattina di aver ricevuto circa 50 milioni di dollari in donazioni in meno di 24 ore – battendo il record di più grande giornata di raccolta fondi del 2024. Alla somma si aggiungeranno anche i quasi 96 milioni di dollari raccolti negli ultimi mesi dal comitato di Biden.
Eppure il processo per la nomina di Harris non è automatico, cosicché alla Convention di Chicago il 19 agosto ci sarà la possibilità, anche se remota, che altri democratici possano contrastarla. Il processo dei delegati è un po’ farraginoso, tra delegati “normali” e “superdelegati” che in una fiera di compromessi, concessioni e promesse (che in gergo viene chiamata “horse market” il mercato dei cavalli) che decidono sui loro voti. Per ora nessuno dei potenziali candidati ha i titoli o il numero di delegati per spodestarla. E non ci sono sfidanti. Secondo la CBS News Gavin Newsom e Gretchen Whitmer, rispettivamente governatrice del Michigan e governatore della California, non sono interessati.
“Il ritiro di Biden è una cattiva notizia per Trump”, ha dichiarato Henry Olsen, senior fellow del think tank conservatore Ethics and Public Policy Center. “Biden ha il più basso gradimento di qualsiasi presidente al primo mandato in questa fase della sua presidenza nella storia dei sondaggi ed è anche irrimediabilmente appesantito dalla sua età. Per Trump era molto meglio se fosse rimasto in gara”.
Dopo l’annuncio Donald Trump è immediatamente intervenuto affermando che Joe Biden sarà ricordato “come il peggior presidente nella storia del nostro Paese” e la sua vice Kamala Harris “sarà ancora più facile da battere”.
Se Trump minaccia fuoco e fiamme i donatori democratici che avevano boicottato Biden si sono immediatamente riallineati dietro Kamala Harris. Il miliardario cofondatore di LinkedIn Reid Hoffman ha detto che la vicepresidente “è la persona giusta al momento giusto” per candidarsi alla guida del Paese.