Secondo Joe Biden, Stati Uniti e Gran Bretagna sono reciprocamente “il miglior alleato”, ma questa special relationship potrebbe essere ancora più forte se Londra riannodasse i suoi rapporti con il grande mercato europeo… insomma se disfacesse almeno in parte i danni, economici e non solo, provocati dalla Brexit. Il presidente degli Stati Uniti lo ha lasciato intendere nel suo primo colloquio bilaterale con il neo primo ministro britannico Keir Starmer, che nelle elezioni della settimana scorsa ha riportato i laburisti a Downing Street dopo 14 anni, con la maggioranza assoluta in Parlamento.
“Io vi vedo come il nodo che tiene insieme l’alleanza transatlantica, quanto più siete vicini all’Europa” ha detto Biden a Starmer. Il presidente Usa è in particolare preoccupato – come ha già detto più volte – dalle conseguenze che la Brexit può avere sulla pace in Irlanda del Nord. “La vostra ricerca di rapporti più stretti con l’Europa fa bene a tutti noi nell’alleanza transatlantica”.
Per gli accordi di pace nordirlandesi – firmati con la sponsorship degli Stati Uniti negli anni Novanta – non ci può essere barriera doganale fra Ulster e Eire: ovvero, fra repubblica d’Irlanda e Nord Irlanda britannica ci deve essere libera circolazioni delle merci e rispetto delle norme Ue. Questo è stato il punto più ostico di tutti i negoziati sulla Brexit, risolto dopo mesi di trattative in sostanza spostando la frontiera doganale… idealmente nel mare d’Irlanda.
Nonostante la furia della comunità protestante unionista dell’Ulster, il protocollo firmato con l’Ue significa che a tutt’oggi l’Irlanda del Nord è la sola regione del Regno Unito che non paga dazio sui beni in arrivo dall’Ue – ma è tenuta a rispettare le norme Ue sui beni: controlli doganali, sanitari e di uniformità-qualità. Il governo conservatore di Rishi Sunak ha trattato con Bruxelles ottenendo il Windsor Framework del 2023 e l’accordo Safeguarding the Union del gennaio 2024, che riducono ma solo in parte i vincoli Ue.
Starmer, che è a Washington con il suo ministro per i rapporti europei Nick Thomas Symonds, ha usato il vertice Nato a DC anche per tenere colloqui con i leader europei, alla ricerca di un patto di sicurezza Ue-UK. Fa parte del suo programma elettorale la creazione di rapporti più stretti con Bruxelles, ma in un’intervista dopo le elezioni ha dichiarato che “nella sua vita” non vedrà un ritorno di Londra nell’Unione.
Il fatto è che il tema è scottante. Sui laburisti pesa l’ignavia della campagna elettorale del referendum quando l’allora leader Jeremy Corbyn non si schierò per rimanere in Ue, ma diede “libertà di coscienza” ai elettori Labour. In questa ultima campagna elettorale la Brexit e i gravi danni che ha arrecato all’economia britannica sono stati un tabù, praticamente mai citati; si potrebbe dire, l’elefante nella stanza. Secondo i sondaggi la maggioranza dei britannici, almeno nel maggio di quest’anno, pensava che la Brexit sia stata un errore; ma questo non significa che sarebbero disposti a tornare indietro e vivere gli psicodrammi e le mortificazioni che comporterebbe.
Starmer, da parte sua, ha detto a Biden “Questa special relashionship è così importante, forgiata in circostanze difficili, oggi più forte che mai. Sono felice di essere qui all’inizio del mio mandato per riaffermare il mio impegno verso la Nato, e verso questo nostro rapporto”.