Dagli scavi del Parco di Baratti e Populonia in Toscana, presso una domus distrutta nel 50 a.C., è stato rinvenuto un calamaio perfettamente integro in ceramica a vernice nera con inciso il nome “Ledeltius”, alcuni stili per scrivere sulle tavolette cerate e un frammento di una bambola di ceramica appartenuta a una bimba di epoca romano-repubblicana.
Come spiegano Stefano Camporeale, docente del dipartimento di Scienze Classiche e Beni Culturali dell’Università di Siena, e Marta Coccoluto, responsabile del Parco Archeologico, i reperti raccontano la storia di Ledeltius, schiavo che riuscì a riconquistare la libertà divenendo un erudito contabile ed educatore presso la Domus di un famoso politico della Populonia di epoca romano-repubblicana.
Ledeltius di origine greca, cui era stato dato un nome latinizzato, si occupava di redarre i documenti ufficiali e di gestire i conti del padrone di casa.
Gli scavi si sono svolti negli ambienti della parte privata della domus. Questo dato è compatibile con l’attività svolta da Ledeltius che in quele stanze esercitava anche l’attività di pedagogo per i figli del padrone di casa, tra i quali la bambina a cui appartenevano i frammenti della bambola.
“Non sappiamo dove sia nato Ledeltius – dicono gli esperti, – ma è molto probabile che sia passato dal grande mercato degli schiavi dell’Egeo, dove le persone cadute in schiavitù ricevevano un nuovo nome greco. Poi in qualche modo è arrivato in Italia e a Populonia, sempre in stato servile. Non abbiamo certezza che il nostro schiavo fu acquistato perché istruito e acculturato, ma è possibile, dato che una figura di contabile, nonché di maestro e precettore, era strettamente necessaria alla vita della casa, intesa come il luogo per l’esercizio del potere clientelare del suo proprietario”.
Sull’identità del proprietario, invece, vi sono ancora ipotesi da chiarire e confermare. Secondo gli archeologi potrebbe trattarsi di un magistrato: “Sicuramente il più importante di Populonia nel I secolo a.C. e anche tra i più eminenti dell’Etruria romana, a giudicare dalla grande e lussuosa dimora dove risiedeva, dotata anche di una piccola terma privata”.