Per l’ennesima volta si allontana la speranza di un cessate il fuoco a Gaza, nonostante i colloqui che hanno riportato in Medio Oriente il direttore della CIA, William Burns. L’attacco aereo dell’esercito israeliano sulla scuola Al Awda, che ospitava rifugiati palestinesi nel sud della Striscia, ha ucciso almeno 29 persone secondo i medici del vicino ospedale al-Nasser.
I negoziati via intermediari in Qatar coinvolgono anche i capi dei servizi segreti di Egitto e Israele. Hamas ha però dichiarato che di fronte alla nuova strage, un cessate il fuoco diventa impossibile.
In un comunicato, l’esercito dello Stato ebraico ha detto di aver usato “munizioni di precisione” sulla scuola, per uccidere un militante di Hamas che avrebbe preso parte all’assalto del 7 ottobre (assalto che ha trucidato quasi 1.200 persone). L’esercito annuncia anche di aver avviato una analisi dell’incidente. Israele ha sempre incolpato Hamas per la morte di civili palestinesi (sarebbero oltre 38.000 le vittime dal 7 ottobre ad oggi), accusando l’organizzazione estremista, al governo nella Striscia da quasi vent’anni, di usare i civili come scudi umani e di insediare combattenti e armi in luoghi vulnerabili (ospedali, scuole, centri profughi, abitazioni civili).
Per cercare i comandanti e i miliziani di Hamas, Israele sta tornando a concentrarsi sulla capitale della Striscia, Gaza City: oggi una pioggia di volantini ha intimato a tutti i residenti che ancora si trovano in città di evacuare i luoghi e dirigersi verso sud e verso ovest. Oltre un milione e mezzo di palestinesi su due milioni e mezzo di abitanti dall’inizio di questo conflitto hanno già lasciato le loro case, e sono sballottati da un rifugio provvisorio a un altro, senza peraltro alcuna garanzia di essere al sicuro e senza la possibilità di lasciare la Striscia, sigillata a nord e a sud.
I volantini descrivono Gaza City come “una zona pericolosa di combattimento” e invitano all’evacuazione attraverso “vie sicure”, ovvero le due strade che portano a campi profughi a Deir al-Balah e al-Zawaida. Israele ha anche annunciato di aver condotto una “operazione di controterrorismo” contro militanti di Hamas e della Jihad islamica palestinese che operavano a Gaza City dall’interno di una sede dell’UNWRA, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.
Immediata la protesta delle Nazioni Unite che si dicono “profondamente preoccupate” per il volantinaggio. Nelle ultime due settimane, Israele ha diramato diversi ordini di evacuazione e occupato varie parti di Gaza City dove ritiene si nascondano militanti di Hamas o della Jihad islamica palestinese.
Il 6 giugno, un altro missile “di precisione” che intendeva uccidere un comandante di Hamas aveva colpito una scuola dell’UNWRA che ospitava sfollati presso il campo profughi di Al Nuseirat, nel centro della Striscia, uccidendo 32 persone.
A Gaza City vivono ancora oltre 250mila persone. Alcune si stanno mettendo in marcia, altri abitanti si rifiutano, come Ibrahim a-Barberi che ha detto alla BBC “Io non me ne vado. Non farò lo stupido errore che hanno fatto altri. I missili israeliani non distinguono fra nord e sud. Se la morte è il mio destino e il destino dei miei figli, moriremo con dignità, a casa nostra”.