Dalla scomunica arrivata dal Dicastero per la Dottrina della Fede il 4 luglio scorso, monsignor Carlo Maria Viganò sembra aver conquistato un alleato di spicco: l’attore e regista Mel Gibson. Secondo quanto riporta IlTempo.it, il 68enne statunitense avrebbe scritto una lettera all’ex arcivescovo, eleggendolo a “eroe” e schierandosi contro papa Francesco.
Si legge nella lettera: “So che Lei sa che egli non ha alcuna autorità, quindi non sono sicuro di come questo La influenzerà in futuro. È davvero un distintivo d’onore da cui essere evitato dalla falsa Chiesa postconciliare. Lei ha tutta la mia solidarietà per il fatto che soffre pubblicamente questa grave ingiustizia. Per me e per molti altri Lei è un eroe coraggiosissimo”.
Secondo Gibson, l’attuale Chiesa di Bergoglio è “contraffatta” e “non cattolica”, ricordando che proprio per questo motivo ne ha costruito una, la Chiesa della Sacra Famiglia a Malibù in California, “in cui si pratica solo il culto tradizionale. Lei è il benvenuto se vuole venire a celebrare la messa in qualsiasi momento”. Poi la lettera si conclude con la speranza, verso se stesso, di venire scomunicato dopo queste sue affermazioni.

Già in passato l’autore de La Passione di Cristo (2004) si era espresso in merito a questioni religiose, spesso con toni ultra-tradizionalisti.
Nei giorni scorsi, era arrivata la sentenza definitiva del Dicastero: “Sono note le affermazioni pubbliche di mons. Carlo Maria Viganò dalle quali risulta il rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice, della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti e della legittimità e dell’autorità magisteriale del Concilio Ecumenico Vaticano II”. Per cui l’ex nunzio apostolico degli Stati Uniti è stato riconosciuto colpevole del delitto di scisma. La scomunica è il risultato di una lunga serie di dure critiche contro papa Francesco, dalla sua presunta adesione al globalismo alla benedizione delle coppie omosessuali, fino all’attacco sui casi di corruzione e scandali interni alla Santa Sede.