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July 8, 2024
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Mattarella in Brasile dal 14 luglio, primo Presidente da 24 anni

Il Brasile "italiano" celebra il 150 ° anniversario delle prime immigrazioni

Costantino Del RicciobyCostantino Del Riccio
Mattarella in Brasile dal 14 luglio, primo Presidente da 24 anni

Sergio Mattarella e il presidente del Brasile Luis Inacio Lula da Silva

Time: 4 mins read

Il 2024 sarà un anno di grande importanza per le relazioni tra Italia e Brasile, con  il ritorno di un capo dello Stato italiano dopo 24 anni. Infatti, il 14 luglio è previsto l’arrivo di Sergio Mattarella.

La  concomitanza della presidenza italiana del G7 e brasiliana del G20, insieme alla celebrazione dei  150 anni dell’immigrazione italiana nel Paese sudamericano, offre un’occasione unica per approfondire le relazioni tra i due paesi.

La giornata dell’immigrazione, celebrata il 21 febbraio di ogni anno, ricorda il viaggio del 1874 della nave “La Sofia”,  che portò 386  veneti e trentini nello Stato di Espírito Santo.

In pochi anni, il numero di italiani  in Brasile superò il milione. La scrittrice, Matilde Serao, sulle pagine de “Il Mattino”, descrisse l’essenza di questa attrazione con un editoriale intitolato Paradiso Terrestre e una serie di articoli dedicati alla “Terra Promessa”.

Tra il 1880 e il 1930, la città di San Paolo fu quasi interamente abitata da italiani, che ebbero un’ influenza determinante sullo sviluppo economico, sociale e culturale  della metropoli paulista. Ancora oggi,  San Paolo rimane una delle principali “città italiane” al mondo, con circa 5 milioni  di brasiliani di discendenza italiana.

L’eredità delle tradizioni italiane continua a vivere nelle strade, nelle feste popolari e nelle celebrazioni religiose in varie regioni del Brasile. I legami tra le due culture sono stati sempre profondi, come testimonia la figura di Giuseppe Ungaretti, uno dei più grandi poeti italiani del Novecento, che contribuì alla diffusione della lingua e letteratura italiana insegnando all’Università di San Paolo tra il 1936 e il 1942.

Inoltre, è doveroso ricordare il coraggioso contributo di 25.000 brasiliani che, ottant’anni fa,  si unirono alle forze alleate per combattere per la nostra libertà.

Nel  settembre del 1958,  Giovanni Gronchi fu  il primo Presidente della Repubblica italiana a recarsi in Brasile, raggiungendo un importante successo diplomatico e celebrando i profondi legami  tra le due nazioni. Furono stipulati  diversi accordi di cooperazione per potenziare il sostegno alle imprese brasiliane, e con il Presidente brasiliano Juscelino Kubitschek fu sottoscritta la  “dichiarazione di San Paolo”, con l’obiettivo di rafforzare la  collaborazione internazionale con i Paesi dell’America del Sud.

Gronchi fu calorosamente accolto dalla comunità italiana, con un incontro nello stadio di San Paolo, l’unico luogo in grado di ospitare le decine di migliaia di migranti presenti per  l’occasione. Il viaggio del Presidente in America Latina fu segnato dall’emissione di francobolli speciali, tra cui il famoso “Gronchi rosa”. Il francobollo divenne un pezzo da collezione  a causa di un errore geografico sui confini tra Perù ed Ecuador.

Giovanni Gronchi con il presidente brasiliano Kubitschek

Nell’aprile del 1961, Gronchi, in viaggio verso l’Argentina, fece una breve tappa a Rio de Janeiro per incontrare Jânio Quadros, Presidente del Brasile da soli due mesi.

Nel settembre del 1965,  il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat compì una visita in  Brasile, nell’ambito di un  viaggio che lo condusse anche in altri paesi dell’America Latina. Saragat si adoperò per promuovere una maggiore cooperazione, e favorì l’integrazione economica tra America Latina e la Comunità Economica Europea.

Giuseppe Saragat in Brasile

L’attivismo diplomatico di quegli anni  portò alla fondazione, nel giugno del 1966, dell’Istituto Italo-Latino Americano (IILA), istituzione divenuta un punto di riferimento per la promozione di progetti di collaborazione tra Italia e il Sud America.

Carlo Azeglio Ciampi in Brasile

Nel 1985, il Presidente Sandro Pertini interruppe il suo viaggio in America Latina per partecipare  a Mosca ai funerali del Presidente sovietico Konstantin Cernenko, non assistendo così all’insediamento di  Tancredo Neves, il primo Presidente brasiliano civile dopo la dittatura militare. La decisione suscitò forti perplessità nell’opinione pubblica e critiche della stampa e degli ambienti politici.

Dieci anni dopo, nel 1995, il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, visitò il Brasile per rilanciare i rapporti con l’America del sud, auspicando una più  incisiva presenza italiana nella regione. Nel colloquio con il Presidente brasiliano Henrique Cardoso si discusse delle diverse proposte di  riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Nell’occasione del  conferimento della cittadinanza onoraria a San Paolo, Scalfaro evidenziò l’opportunità di favorire  gli investimenti italiani, capitalizzando la stabilità economica e politica raggiunta dal Brasile.

Oscar Luigi Scalfaro in visita in Brasile

Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, mostrò fin dall’inizio del suo mandato un vivo interesse per l’America Latina e per le comunità italiane nel mondo anche in vista della concessione del diritto di voto per le elezioni politiche italiane a questi cittadini. Nel maggio del 2000 compì il suo primo viaggio al di fuori dei confini europei, visitando il Brasile in occasione delle celebrazioni dei 500 anni dalla “scoperta” del paese.

Carlo Azeglio Ciampi in Brasile

A Rio de Janeiro durante la cena con il Governatore, la conversazione casualmente riguardò  la celebre telenovela  Terra nostra, che narrava le vicende degli emigrati italiani alla fine dell’ ottocento. La  serie televisiva aveva creato  un grande interesse per la lingua e la cultura italiana. Ciampi il giorno dopo andò a visitare gli studi televisivi della Rete Globo di Marifio, dove si girava la serie con molti attori di origine italiana.

In un incontro con imprenditori di origine italiana a San Paolo, Ciampi dedicò una particolare attenzione ai nostri connazionali, riconoscendo il senso di perdita che spesso accompagna  l’emigrazione, ma anche la gratitudine per il contributo offerto all’Italia e il fiero orgoglio per le conquiste compiute nella nuova terra che li ha accolti. Prima del suo rientro in Italia,  visitò le Cascate dell’Iguazù, al confine tra l’Argentina ed il Brasile.

Nel corso degli ultimi 15 anni, i rapporti tra i due paesi hanno attraversato un periodo di tensione a causa del caso di Cesare Battisti, fuggito dall’Italia per evitare una condanna a due ergastoli per gli omicidi commessi con i Proletari armati per il comunismo. Battisti arrivò in Brasile nel 2004, durante il mandato dal Presidente Lula da Silva, nel 2007 venne arrestato ma non estradato e due anni dopo ottenne lo status di rifugiato politico grazie all’intervento del Presidente brasiliano.

La  Corte Suprema brasiliana nel 2011 confermò la decisione di non estradare Battisti, provocando un’ondata di critiche, con  in prima fila il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che manifestò  profonda delusione  e contrarietà per l’epilogo della vicenda. Nel 2017, l’Italia presentò una nuova richiesta di estrazione per Battisti, che questa volta venne accolta, portando alla sua consegna nel gennaio 2019. La Corte di Cassazione italiana, nel novembre dello stesso anno, ha confermato la condanna all’ergastolo.

Giorgio Napolitano con Luis Inacio Lula Da Silva

In un’intervista al Tg2 Post nell’aprile del 2021, il Presidente  Lula da Silva ha compiuto un gesto significativo chiedendo scusa  all’Italia e, in particolare, al Presidente  Napolitano per non aver estradato Battisti durante i suoi mandati precedenti, aprendo così  la strada al ripristino di un dialogo costruttivo tra i due paesi.

Con la visita del Presidente Mattarella, l’Italia ha l’opportunità di proiettarsi come “sistema-paese” in America Latina, aspirando a svolgere un ruolo di rilievo all’interno nel contesto del partenariato euro-latinoamericano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Costantino Del Riccio

Costantino Del Riccio

Si è occupato di Stampa e Comunicazione con esperienza trentennale presso la Presidenza della Repubblica italiana

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