Hamas avrebbe accettato una proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e uno scambio di ostaggi con Israele, secondo quanto dichiarato sabato da due fonti vicine alla milizia libanese Hezbollah, alleata dei palestinesi.
Una delegazione del gruppo militante attivo nella Striscia, guidata dal vice leader Khalil Al-Hayya, ne avrebbe personalmente informato il leader degli Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, durante un incontro a Beirut.
Un funzionario della milizia sciita ha inoltre confermato alla Reuters che, in caso andasse in porto un accordo per il cessate il fuoco a Gaza, anche il gruppo libanese farà tacere le armi. “Se c’è un accordo su Gaza, allora dall’ora zero ci sarà un cessate il fuoco in Libano”, ha riferito la fonte.
Gli eventi delle ultime ore seguono la discussione telefonica tenutasi giovedì mattina tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente statunitense Joe Biden, in cui il primo ha annunciato l’invio di una delegazione israeliana in Qatar per riprendere i colloqui con la milizia islamista.
Secondo i negoziatori, la decisione di Netanyahu di inviare un team guidato dal direttore del Mossad David Barnea per partecipare a ulteriori negoziati a Doha sarebbe giustificata dalla scelta di Hamas di modificare la propria posizione rinunciando alla richiesta di un impegno preventivo da parte dello Stato ebraico a porre fine alla guerra.
Netanyahu ha assicurato a Biden che Israele parteciperà ai colloqui basandosi sulla versione più recente della proposta USA di accordo in tre fasi, ricevuta mercoledì, che riguarda il rilascio dei restanti 120 ostaggi e una cessazione temporanea delle ostilità nell’enclave costiera assediata.
Secondo quanto scrive Politico, citando un alto funzionario dell’amministrazione Biden, “Hamas si è avvicinato all’accettazione di un accordo di cessate il fuoco in più fasi con Israele che, nel tempo, mira al rilascio degli ostaggi, alla cessazione dei combattimenti e all’inizio della ricostruzione nel territorio”. La fonte sostiene che la risposta del gruppo palestinese “non significa che l’accordo sarà concluso in pochi giorni”, ma ha osservato che “ci sia un’apertura piuttosto significativa”.
“Se le parti avessero bisogno di più tempo per siglare un accordo su un cessate il fuoco permanente, le parti dovrebbero concordare che non ci sarà una ripresa dei combattimenti fino a quando non lo faranno”, ha aggiunto il funzionario alla Reuters.
Venerdì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto di sperare che un “cessate il fuoco definitivo” possa essere assicurato “in un paio di giorni”, e ha esortato i Paesi occidentali a fare pressione su Israele affinché accetti di “mettere fine ai suoi massacri”.
In mancanza di una tregua ufficiale, tuttavia, continuano i raid israeliani a a Gaza: un attacco aereo contro una casa ha ucciso cinque palestinesi nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. In Cisgiordania, invece, sette palestinesi sono stati uccisi in un raid nella città settentrionale di Jenin, secondo quanto dichiarato dal ministero della Sanità palestinese.